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Alginato per ortodonzia: le caratteristiche che non possono mancare

L’alginato è indubbiamente uno dei materiali da impronta più utilizzati in ortodonzia. (1,2)

Ma perché è così utilizzato? E quali caratteristiche dovrebbe offrire un alginato “ortodontico”?

Vediamolo insieme.

Premessa: a cosa serve l’impronta in ortodonzia

In ortodonzia, l’impronta viene normalmente realizzata per due ragioni:

  1. per produrre effettivamente delle apparecchiature (fisse o mobili);
  2. per fini diagnostici e di documentazione.

L’impronta infatti serve a realizzare il modello in gesso sul quale l’odontotecnico realizza fisicamente i dispositivi fissi o mobili che dovranno poi essere applicati al paziente.

In fase diagnostica, alla fine della terapia e solitamente anche in fase intermedia occorre registrare un’impronta per produrre dei modelli in gesso che faranno parte della documentazione relativa ad un determinato caso clinico.

Il modello iniziale, assieme alle radiografie e alle fotografie, fa parte dei record diagnostici. (3)

Chi sono i pazienti ortodontici?

Il 75% dei pazienti ortodontici ha meno di 18 anni, ma il trend sta lentamente cambiando e la popolazione adulta che richiede un trattamento ortodontico è in continuo aumento. (4)

Di questo 75%, una buona percentuale è rappresentata da quei pazienti che hanno necessità di un trattamento intercettivo, ovvero da pazienti che presentano mal occlusioni che devono essere intercettate il prima possibile, anche a 4 o 5 anni. (5,6)

Quindi, a tutti questi piccoli pazienti sarà fondamentale prendere una buona impronta.

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presa d’impronta nel bambino.

Come tutte le procedure odontoiatriche invasive che devono essere eseguite nel bambino, l’impronta è una fase che va gestita, soprattutto in alcuni pazienti, con molta attenzione all’approccio psicologico-comportamentale del bambino.

Il riflesso faringeo durante la procedura d’impronta

Parlando specificatamente della procedura di impronta, esistono diverse strategie per potere controllare il livello di ansia del paziente e anche il riflesso faringeo (7) che spesso rappresenta il problema più difficilmente gestibile.

Il riflesso faringeo (gag reflex) è un riflesso che previene l’ingresso di corpi estranei in trachea in faringe o in laringe e che regredisce progressivamente durante i primi 4 anni di vita. La prevalenza di un accentuato riflesso faringeo tra i 4 e 12 anni è del 28.5%. L’eziologia del riflesso faringeo può essere somatica o psicologica.

Il riflesso può essere causato da stimoli sensoriali (tattili, uditivi, visivi e olfattivi). La stimolazione tattile e olfattiva che avviene durante un’impronta può facilmente causare questo riflesso che, se protratto, rende difficile, se non addirittura impossibile, un’impronta sufficientemente precisa.

Il riflesso faringeo causa movimenti spasmodici e scoordinati del palato molle, delle pareti addominali, dei muscoli intercostali e diaframmatici. Questo tipo di reazione può essere influenzata da stati ansiosi e da precedenti episodi negativi durante una visita odontoiatrica.

I materiali indicati per limitare il disagio

Per contenere il riflesso faringeo e limitare il disagio durante la procedura da impronta sono da preferire materiali fast ed extra-fast, materiali che assicurino, quindi, tempi in bocca molto ridotti. Nel bambino, minore risulta il tempo in bocca e meglio è.

Altro aspetto fondamentale è l’aroma: sono da preferire, infatti, materiali aromatizzati e che non vadano attraverso l’olfatto ad esacerbare il riflesso faringeo.

Altro punto da tenere in considerazione è che, a differenza della protesi fissa, non necessitiamo di una estrema precisione in quanto i manufatti che andremo ad utilizzare non saranno destinati a rimanere in bocca per molti anni, ma esclusivamente per il tempo necessario alla terapia. Inoltre, l’eventuale gap tra l’apparecchiatura e la superficie del dente potrà essere colmato dal cemento.

I vantaggi dell’alginato ortodontico

Considerati questi aspetti, appare logico come il materiale più utilizzato per l’impronta ortodontica nel bambino risulti essere l’alginato. (1) Esso è, infatti, un materiale economico, con tempi di indurimento veloci, solitamente colorato e piacevolmente aromatizzato.

Tra gli alginati, vanno preferiti quelli fast o extra-fast cioè quelli che offrono un tempo in bocca (time in mouth) estremamente ridotto. Minore è il tempo di indurimento intraorale, minore il rischio di scatenare il riflesso faringeo, un’eventualità complessa da gestire e che spesso porta alla necessità di dovere ripetere l’impronta con ulteriore stress da parte del piccolo paziente che diventa sempre più suscettibile a questo tipo di procedura.

Oltre ad avere questa caratteristica, vanno scelti materiali con colori vivaci, eventualmente in grado di distrarre il paziente dall’invasività della procedura.

L’aroma è un altro punto fondamentale: deve essere piacevole per il bambino; un aroma gradevole, infatti, a livello psicologico, aumenta l’accettazione della procedura e limita quindi l’instaurazione di un riflesso faringeo.

Oltre a queste caratteristiche, un buon alginato per ortodonzia deve possedere una buona riproduzione del dettaglio, una buona elasticità, una buona resistenza allo strappo e una buona stabilità dimensionale nel tempo anche dopo la procedura di disinfezione.

La soluzione Zhermack per l’impronta del bambino

La soluzione Zhermack suggerita per l’impronta del bambino è Orthoprint.

Orthoprint è un alginato extra-fast aromatizzato alla vaniglia raccomandato per ortodonzia dal 97% degli utilizzatori. (8)

Il suo tempo limitato in bocca, che lo rende ben tollerato dai pazienti (8), unito all’aroma vaniglia, che lo rende piacevole per i bambini (9) e l’elevata elasticità, sono le caratteristiche distintive che rendono Orthoprint ideale per pedodonzia ed ortodonzia.


Bibliografia

  1. Staley, R. N., & Reske, N. T. (2011). Essentials of orthodontics: diagnosis and treatment. John Wiley & Sons.
  2. Gupta, R., & Brizuela, M. (2022). Dental impression materials. In StatPearls [Internet]. StatPearls Publishing.
  3. Rischen, R. J., Breuning, K. H., Bronkhorst, E. M., & Kuijpers-Jagtman, A. M. (2013). Records needed for orthodontic diagnosis and treatment planning: a systematic review. PLoS one, 8(11), e74186.
  4. Hung, M., Su, S., Hon, E. S., Tilley, E., Macdonald, A., Lauren, E., … & Lipsky, M. S. (2021). Examination of orthodontic expenditures and trends in the United States from 1996 to 2016: disparities across demographics and insurance payers. BMC Oral Health, 21(1), 1-10.
  5. Woon, S. C., & Thiruvenkatachari, B. (2017). Early orthodontic treatment for Class III malocclusion: A systematic review and meta-analysis. American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedics, 151(1), 28-52.
  6. LINDNER, A. (1989). Longitudinal study on the effect of early interceptive treatment in 4‐year‐old children with unilateral cross‐bite. European Journal of Oral Sciences, 97(5), 432-438.
  7. Dixit, U. B., & Moorthy, L. (2021). The use of interactive distraction technique to manage gagging during impression taking in children: a single-blind, randomised controlled trial. European Archives of Paediatric Dentistry, 22(2), 219-225.
  8. Key-Stone Italia survey, 2019
  9. Zhermack Italy and Germany survey, 2019

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