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Cementi dentali per protesi: proprietà e caratteristiche ideali

I cementi dentali per protesi sono materiali che reagiscono intraoralmente e che vengono comunemente usati per cementare una protesi a uno o più elementi dentali/abutment implantari (1).

Il ruolo del cemento è quello di creare uno strato unico e continuo di materiale che solidarizzi la protesi al moncone dentale/implantare, andando a riempire le microanfrattuosità e irregolarità presenti su entrambe le superfici e prevenendo anche un’eventuale infiltrazione batterica dell’interfaccia (2).

In questo modo il cemento potrà creare una ritenzione meccanica tra le due entità, la quale si opporrà a tutte quelle sollecitazioni verticali, orizzontali e di taglio che si generano durante le attività funzionali del cavo orale (3,4).

Alcuni cementi, inoltre, hanno la capacità di creare un legame chimico sia con il tessuto dentale che con alcuni materiali protesici, aumentando la ritenzione della protesi al moncone (5).

Tuttavia, la proprietà adesiva e la forza del legame micromeccanico che un cemento forma con l’elemento su cui è posto e la protesi dipendono dalla composizione chimica e dalle proprietà meccaniche del cemento stesso, oltreché dal suo spessore (6,7).

Caratteristiche ideali dei cementi ad uso odontoiatrico

Per essere considerati “ideali”, i cementi ad uso odontoiatrico dovrebbero possedere altre caratteristiche (8). Vediamole nel dettaglio.

Biocompatibilità e atossicità

Venendo a contatto con gli elementi dentali, i tessuti molli gengivali parodontali e perimplantari, è fondamentale che i cementi siano biocompatibili.

In aggiunta, considerando la sempre maggiore tendenza a protesizzare monconi vitali, l’atossicità nei confronti della polpa dentale e la capacità di isolare il moncone risultano altrettanto cruciali da un punto di vista prognostico.

Bassa solubilità e assorbimento d’acqua

Una bassa solubilità nei fluidi orali è estremamente importante per la sopravvivenza di un restauro fisso, in quanto la mancanza del cemento al margine protesico potrebbe risultare in un’infiltrazione batterica all’interfaccia dente-restauro, con conseguente carie secondaria del moncone, una delle principali cause di fallimento protesico in protesi fissa (9).

Inoltre, un basso assorbimento di acqua da parte del cemento è una caratteristica rilevante dal momento che la stabilità dimensionale del film potrebbe venire inficiata, e con essa anche le caratteristiche meccaniche dello stesso (7).

Bassa viscosità

Questa caratteristica risulta utile per formare un film di spessore di massimo 25 µm tra protesi e moncone, come da specifica ADA (10).

Si aggiunga che è stato più volte dimostrato dalla letteratura che a questi spessori i cementi presentano proprietà meccaniche più elevate, il rischio di infiltrazione marginale risulta minore e i restauri di protesi fissa possono essere applicati sui monconi con un elevato livello di precisione marginale (2,7,11)

Potere isolante termico, chimico ed elettrico

Anche se non esiste un cemento che invecchiando mantenga inalterate nel tempo le sue proprietà, il potere isolante è necessario al fine di proteggere adeguatamente l’elemento dentale su cui è posto (12).

Cario resistenza

Sarebbe bene che un cemento riuscisse non solo a resistere agli attacchi batterici senza dissolversi, ma anche ad opporsi ed eventualmente fermare un’eventuale infiltrazione.

Nel corso della vita di una protesi è possibile che si accumuli placca batterica al margine dente-restauro. Se non rimossa, la placca può causare una lesione cariosa secondaria sul moncone, che, come già detto, risulta essere uno dei fallimenti più comuni della protesi (9).

Radiopacità

Questa caratteristica risulta essere molto utile per verificare radiograficamente l’assenza o la presenza di un eccesso di cemento a livello marginale (13).

Occorre sottolineare come alle volte le preparazioni dentali presentino un margine sottogengivale; di conseguenza diventa difficile, se non impossibile, verificare clinicamente la totale rimozione degli eccessi di cemento dopo la procedura di cementazione.

Questa problematica risulta importante per la salute degli elementi dentali protesizzati, ma anche e soprattutto per gli elementi implantari.

In quest’ultimo caso, la presenza di cemento (specialmente a base resinosa) nello spazio dei tessuti molli perimplantari risulta estremamente pericolosa per la prognosi degli impianti stessi (14,15).

Adeguato tempo di presa

Analogamente ai materiali da impronta, anche i cementi possiedono un loro tempo di lavoro e un tempo di presa (8).

Tecnicamente, la prima fase, in cui si miscela il cemento e lo si pone nella superficie interna della protesi, corrisponde al tempo di lavoro. Questo è il tempo in cui il cemento viene messo in condizione di reagire o di attivarsi, legandosi al dente e/o sviluppando le sue proprietà meccaniche.

Il tempo di presa, invece, corrisponde al tempo di indurimento del cemento.

Chiaramente, quando la protesi viene applicata in cavità orale, il cemento non deve aver superato il “tempo di lavoro” e non deve aver ancora sviluppato le sue proprietà meccaniche, pena la ripetizione della procedura di cementazione.

Infatti, un cemento con proprietà meccaniche già sviluppate potrebbe interferire con il corretto posizionamento della protesi e distribuirsi in modo disomogeneo sul moncone (16).

Stabilità cromatica

Può succedere che, con il tempo e con l’invecchiamento, il cemento assorba pigmenti dall’ambiente orale o dal moncone su cui è posto.

In tal maniera, le variazioni di colore potrebbero inficiare il risultato estetico inizialmente ottenuto, specialmente per quanto riguarda restauri traslucenti come le ceramiche vetrose (17)

Elevata resistenza alla compressione e alla trazione

Tale proprietà serve al cemento per resistere ai carichi masticatori e alle forze dislocanti che agiscono sulla protesi (8).

Cemento dentale: consigli per una scelta consapevole

Viste le suddette proprietà, scegliere un cemento adeguato allo specifico caso clinico non è semplice per l’odontoiatra, dal momento che in commercio esistono moltissimi cementi anche molto simili tra loro.

 Sicuramente è necessario, oltre a quanto già detto, che il clinico conosca adeguatamente:

  1. le diverse categorie di cementi in commercio;
  2. le proprietà fisiche e biologiche dei diversi cementi;
  3. le caratteristiche di lavorabilità dei singoli cementi, come tempo di lavoro, tempo di presa, consistenza e facilità di rimozione del materiale in eccesso.

Bibliografia

1) Simionato F. Tecnologie dei materiali dentali. 1.2, 1.2,. Padova: Piccin; 1985.
2) Shillinburg HT, et al. Fundamentals of fixed prosthodontics. Quintessence Publishing Company, 1997.
3) Garg P, Pujari M, Prithviraj DR, Khare S. Retentiveness of Various Luting Agents Used With Implant-Supported Prosthesis: An In Vitro Study. Journal of Oral Implantology. 2014 Dec 1;40(6):649–54.
4) Catapano S, Ortensi L, Mobilio N, Grande F. The New Elderly Patient: A Necessary Upgrade. Prosthesis. 2021 Mar;3(1):99–104.
5) Mobilio N, Fasiol A, Mollica F, Catapano S. Effect of Different Luting Agents on the Retention of Lithium Disilicate Ceramic Crowns. Materials. 2015 Apr 7;8(4):1604–11.
6) Sakaguchi R, Ferracane J, Powers J, editors. Chapter 13 – Materials for Adhesion and Luting. In: Craig’s Restorative Dental Materials (Fourteenth Edition) [Internet]. Philadelphia: Elsevier; 2019 [cited 2024 Jan 13]. p. 273–94. Available from: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B9780323478212000135
7) Grande F, Carossa M, Balma A, Scotti N, Mussano F, Catapano S. Influence of Thickness and Thermocycling on Tensile Strength of Two Resin-Based Cements Used for Overdenture Bar-Type Attachments: An In Vitro Study. IJP [Internet]. 2023 Sep 20 [cited 2023 Oct 21]; Available from: https://www.quintessence-publishing.com/usa/en/article/4423171/the-international-journal-of-prosthodontics/preprint/influence-of-thickness-and-thermocycling-on-tensile-strength-of-two-resin-based-cements-used-for-overdenture-bar-type-attachments-an-in-vitro-study
8) Breschi L, et al. Materiali e tecnologie odontostomatologiche. (2011): 95-117.
9) Shtewi S, Alhouri N, Kanout S. A Survey to Assess The Failure in Crowns and Fixed Partial Dentures: An In Vivo Study. Int J Prosthodont. 2023 Jun 5;
10) New American Dental Association Specification No. 21 adopted. Council on Dental Materials and Devices. Journal of the American Dental Association (1939) [Internet]. 1969 Mar [cited 2024 Jan 14];78(3). Available from: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/5249929/
11) Rosenstiel,  S.F.,  Land,  M.F.,  Fujimoto,  J.  (2006a).  Contemporary  fixed  prosthodontics  4thEdn. St Louis: Mosby, pp. 435.
12) Szczesio-Wlodarczyk A, Sokolowski J, Kleczewska J, Bociong K. Ageing of Dental Composites Based on Methacrylate Resins-A Critical Review of the Causes and Method of Assessment. Polymers (Basel). 2020 Apr 10;12(4):882.
13) Matsumura H, Sueyoshi M, Tanaka T, Atsuta M. Radiopacity of dental cements. Am J Dent. 1993 Feb;6(1):43–5.
14) Hanif A, Qureshi S, Sheikh Z, Rashid H. Complications in implant dentistry. European Journal of Dentistry. 2017 Mar;11(1):135–40.
15) Almehmadi N, Kutkut A, Al-Sabbagh M. What is the Best Available Luting Agent for Implant Prosthesis? Dent Clin North Am. 2019 Jul;63(3):531–45.
16) Anusavice KJ, Shen C, Rawls HR. Phillips’ science of dental materials. 12th edition. Elsevier Health Sciences; 2012. 492–494 p.
17) Comba A, Paolone G, Baldi A, Vichi A, Goracci C, Bertozzi G, et al. Effects of Substrate and Cement Shade on the Translucency and Color of CAD/CAM Lithium-Disilicate and Zirconia Ceramic Materials. Polymers (Basel). 2022 Apr 27;14(9):1778.


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