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Lug

Resine e siliconi da duplicazione

I siliconi per addizione sono i materiali più precisi utilizzati nella duplicazione dei modelli. Si utilizzano per colata, al pari delle gelatine (idrocolloidi reversibili) ma, al contrario di queste, vanno incontro a indurimento non reversibile e non possono, pertanto, essere riutilizzati.

In virtù della loro precisione, trovano impiego principalmente in quei casi in cui sia necessaria una copia particolarmente dettagliata, come nella realizzazione di cappette A.G.C. (Auro Galvan Crown, prodotte in oro elettrodepositato e pertanto estremamente sottili) o di ponti tipo Maryland.

Questi ultimi forniscono oggi nuove opzioni cliniche dettate dall’avvento dei prodotti metal-free. I siliconi per addizione, in questo tipo di lavorazioni, si presentano diversamente da quelli comunemente utilizzati come materiali da impronta, essendo disponibili in forma di masse da mixare in rapporto 1:1.

Nell’ambito delle lavorazioni di duplicazione, appare pertanto riduttivo pensare solamente alla riproduzione di modelli master in gesso. Opzioni più ampie derivano dall’impiego dei materiali resinosi.

In questo ambito, le resine rappresentano un’opzione nella realizzazione e duplicazione dei modelli. Sono disponibili resine ad alta precisione con le quali realizzare modelli con monconi sfilabili, da utilizzare nelle lavorazioni citate in precedenza, o modelli per l’implantoprotesi o l’ortodonzia.

Si tratta di prodotti equiparabili al gesso anche per l’aspetto, pertanto traghettabili facilmente dall’analogico alle nuove sistematiche digitali.

L’utilizzo di resine di tipo acrilico permette dunque di espandersi dalle comuni lavorazioni di laboratorio, arrivando anche alla poltrona.

In questo senso, una via di particolare interesse è rappresentata dalla tecnica MDP di duplicazione di protesi totale. Questa si basa sull’impiego di un’apposita muffola autocentrante e autostaffante.

Le protesi viene alloggiata, con la parte dentata rivolta verso il basso, all’interno della base inferiore della muffola contenente il materiale da duplicazione – si pensi a un normale alginato – che viene portato a indurimento. A questo punto il processo viene ripetuto con il controstampo, il quale trova con precisione la posizione rispetto alla base.

La procedura non occupa più di 30 minuti, al termine dei quali la protesi può essere restituita al paziente, mentre la muffola viene spedita al laboratorio per la realizzazione del duplicato. Sono evidenti i vantaggi sia in termini di riduzione del discomfort per il paziente che di risparmio di tempi operativi.

La metodica risulta particolarmente interessante all’alba dell’era della chirurgia implantare guidata. Essa permette infatti il rimodellamento dei parametri occlusali e può essere utilizzata nella realizzazione, sempre a partire da protesi totali, di dime implantari in resina trasparente.


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