L’impronta in alginato rappresenta una procedura di base alla portata di qualsiasi odontoiatra, dal protesista all’ortodontista.
I vantaggi delle impronte in alginato sono il basso costo, la tollerabilità da parte del paziente, la facilità e rapidità della procedura, la semplicità di strumentazione necessaria e la precisione (1). Tutti i vantaggi sopracitati sono possibili solo se vengono si effettuano correttamente tutte le fasi preliminari di un’impronta polvere/liquido, ovvero:
- il dosaggio
- la miscelazione
Il dosaggio è fondamentale: la polvere e l’acqua devono essere miscelate nel rapporto consigliato dal produttore sulla confezione. Rapporti diversi di polvere e acqua non assicurano il mantenimento delle caratteristiche fisico-chimiche dichiarate dal produttore, rendendo il risultato dell’impronta non prevedibile, il che potrebbe portare a risultati clinici non ottimali. (2)
Prima del dosaggio è buona norma scuotere la scatola dove è contenuta la polvere di alginato in modo da favorirne la dispersione e ottenere una miscela più omogenea.
L’acqua da utilizzare inoltre dovrebbe essere distillata, in modo da non avere al suo interno minerali che potrebbero variare la reazione di gelificazione e dovrebbe essere alla temperatura indicata dal produttore. Temperature più alte accelerano la reazione mentre temperature più basse la rallentano.
Per quanto riguarda la miscelazione e gli accorgimenti utili ad ottenere un risultato ottimale, si possono inanzitutto identificare diverse tecniche di miscelazione:
- manuale
- semiautomatica
- automatica
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Miscelazione manuale
Per la miscelazione manuale è buona norma dosare prima la polvere all’interno della tazza di miscelazione e poi aggiungere l’acqua. Questo facilita l’incorporamento dell’acqua all’interno della polvere (2).
Una volta aggiunta l’acqua si fa partire il cronometro, in modo da monitorare il tempo di miscelazione, il tempo di lavoro e il tempo di indurimento.
Con la spatola si va quindi ad incorporare tutta l’acqua all’interno della polvere, andando a miscelare l’alginato con movimenti veloci a forma di “otto” (3). Una volta ottenuto un composto omogeneo si va a pressare il materiale con la spatola contro le pareti interne della tazza di miscelazione al fine di non incorporare bolle all’interno della miscelazione (3).
Finito il tempo di miscelazione si va quindi a posizionare con la spatola l’alginato all’interno del portaimpronta, entro il tempo di lavoro.
Miscelazione semiautomatica
Una volta aggiunta l’acqua si fa partire il cronometro, in modo da monitorare il tempo di miscelazione, il tempo di lavoro e il tempo di indurimento.
Con la spatola si va ad incorporare tutta l’acqua all’interno della polvere.
Poi si procede ad attivare il miscelatore meccanico di modo che la tazza di miscelazione inizi a ruotare. Con la spatola, si va quindi a pressare il materiale contro le pareti interne della tazza di miscelazione al fine di non incorporare bolle all’interno del miscelato.
Una volta ottenuta una miscela omogenea e finito il tempo di miscelazione si va a posizionare con la spatola l’alginato all’interno del portaimpronta, entro il tempo di lavoro.
Miscelazione automatica
La miscelazione automatica rappresenta la più recente evoluzione per quanto concerne la miscelazione dell’alginato.
Questa tecnica è totalmente automatica. Si apre lo sportello della macchina, si impostano le tempistiche, si inserisce la polvere dosata nel contenitore, si aggiunge l’acqua, la si incorpora grossolanamente con una spatola nella polvere, si chiude il contenitore, lo si inserisce nella macchina, si chiude lo sportello e si avvia la centrifuga.
Finita la fase di centrifuga, il materiale è pronto per essere posizionato con una spatola all’interno del portaimpronta.
La miscelazione meccanica, soprattutto quella automatica, diminuisce significativamente il numero di bolle presenti all’interno della miscelazione (4).
Questo minor numero di bolle d’aria all’interno dell’impronta rende meno probabile la presenza di difetti macroscopici nell’impronta e quindi di difetti macroscopici nel modello in gesso a favore di realizzazioni protesiche più precise.
Bibliografia
- Cervino, G., Fiorillo, L., Herford, A. S., Laino, L., Troiano, G., Amoroso, G., … & Cicciù, M. (2019). Alginate materials and dental impression technique: A current state of the art and application to dental practice. Marine drugs, 17(1), 18.
- Cervino G. Impression materials: does water affect the performance of alginates? Minerva Stomatol. 2020 Apr;69(2):106-111)
- McDaniel, T. F., Kramer, R. T., Im, F., & Snow, D. (2013). Effects of mixing technique on bubble formation in alginate impression material. General dentistry, 61(6), 35-39.
- Dilip A, Gupta R, Geiger Z. Dental Alginate Impressions. [Updated 2020 Jul 10]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2020 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK470480
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