
Da sempre, una delle più complesse sfide per l’odontoiatra è riuscire ad orientarsi attraverso le molteplici sfumature dei segni e dei sintomi delle varie patologie che si possono riscontrare quotidianamente nella pratica clinica. Mentre possono coesistere diversi trattamenti, la diagnosi può essere solo una e quindi occorre prestare massima attenzione durante tutte le fasi di indagine diagnostica.
In questo contesto, negli ultimi anni, si è codificata una serie di segni e sintomi che vanno a identificare una nuova sindrome: la sindrome del dente incrinato o, in inglese, craked tooth syndrome.
L’identificazione di questa nuova sindrome ha permesso in molti casi di potere eseguire una diagnosi differenziale più puntuale, e di riuscire a riconoscere una serie di sintomatologie e segni clinici difficilmente incasellabili in altre patologie.
Solo nel 2022 la World Dental Federation attraverso il DPC (Dental Practice Committee) ha ufficialmente pubblicato una serie di materiali con lo scopo di aiutare il clinico a prevenire, identificare e trattare la sindrome del dente incrinato. (1)
Dente incrinato: definizione e cause
Innanzitutto, cosa intendiamo per dente incrinato? (1-4)
Il dente incrinato è un dente nel quale si osserva una frattura incompleta che può estendersi dalla superficie occlusale apicalmente fino alla struttura radicolare senza determinare una vera e propria separazione.
A volte questa linea di frattura si estende fino a sotto la linea gengivale raggiungendo l’anatomia radicolare del dente e, in certi casi, può venire coinvolto anche il tessuto pulpare.
Da cosa è causato il dente incrinato? (1-7)
L’eziologia è sicuramente multifattoriale. Forze eccessive applicate a denti sani o forze fisiologiche applicate a denti strutturalmente indeboliti possono portare a fratture incomplete dello smalto e della dentina. (8)
Vengono identificati quattro fattori eziologici principali (6):
- Procedure restaurative
- Fattori occlusali
- Fattori comportamentali
- Fattori miscellanei
La compresenza di più fattori causali porta più facilmente allo sviluppo di una frattura incompleta e all’instaurarsi della sindrome da dente incrinato.
Un dente strutturalmente sano può andare incontro ad una frattura esclusivamente se viene sottoposto a forze massimali o a qualche tipo di trauma durante la masticazione.
Viceversa, un dente strutturalmente indebolito da un’estesa ricostruzione o con caratteristiche strutturali sfavorevoli può fratturarsi anche in caso di applicazione di fisiologiche forze submassimali.
Rientrano nell’eziologia anche concetti come la fatica ciclica. La ripetizione funzionale dei cicli masticatori può portare un’asintomatica linea di frattura superficiale (craze line) a propagarsi fino a diventare sintomatica.
Quali sono i sintomi del dente incrinato?
La sintomatologia del dente incrinato (1-8) varia al variare della posizione, dell’estensione corono-apicale e della profondità della frattura.
Si osserva spesso un discomfort per diversi mesi con la comparsa di un dolore acuto durante la masticazione o durante l’assunzione di bevande fredde.
Una caratteristica tipica è il “rebound pain” ovvero la comparsa di dolore quando, durante la masticazione di cibi dalla consistenza fibrosa, si scarica la pressione aprendo la bocca. Il dolore può essere anche stimolato dal consumo di alimenti zuccherati o durante digrignamento o movimenti mandibolari eccentrici.
La localizzazione del dolore può non essere semplice per il paziente che spesso non è in grado di indicare un dente in particolare. Solitamente non vi è un’aumentata risposta da stimoli termici caldi. Se vi è una comunicazione (micro-leakage) con il tessuto pulpare si possono nel tempo verificare pulpiti croniche senza lo sviluppo di una sintomatologia clinica. Fratture con coinvolgimento diretto pulpare possono invece determinare sintomatologie pulpari e periodontali.
La diagnosi del dente incrinato
Quella del dente incrinato è sicuramente una diagnosi complessa (1-8), che va messa in diagnosi differenziale con diverse situazioni patologiche. La diagnosi è basata su un’accurata anamnesi, sulla raccolta dettagliata della sintomatologia e sull’indagine precisa dei fattori eziologici maggiori.
In seguito, è importante verificare la sintomatologia in masticazione, controllare la sensibilità agli stimoli termici e osmotici.
Un “rebound pain” in rilascio durante la masticazione deve insospettire il clinico. Durante la visita, meglio se effettuata con sistemi ingrandenti, con uno specillo, occorre cercare approfonditamente qualsiasi linea di frattura, anche molto superficiale, poiché la frattura può propagarsi in profondità.
Si può anche utilizzare il blu di metilene per evidenziare superficialmente le linee di frattura.
Un altro modo per controllare la presenza e l’estensione di fratture è attraverso la transilluminazione. Applicare una forte fonte di luce e controllare la sua dispersione all’interno dei tessuti dentali può essere utile per osservare una linea di frattura. Dal momento che solitamente le fratture hanno una direzione mesio-distale, le radiografie non rappresentano spesso un efficace supporto diagnostico.
Come si tratta la sindrome del dente incrinato
Approfondiamo ora il trattamento del dente incrinato. (1-8)
Se la linea di frattura arriva fino al tessuto pulpare allora è necessaria una terapia canalare e una riabilitazione protesica con l’obiettivo di mantenere protetta la struttura residua; quindi, si opterà per una corona tradizionale.
Se invece la linea di frattura si estende sotto il margine gengivale, la riabilitazione si prospetta più complessa e per questo motivo è consigliato un trattamento tempestivo. Un dente incrinato non trattato tenderà nel tempo a peggiorare e la prognosi sarà via via peggiore.
Il trattamento migliore, in questi casi, è la ricopertura del dente con una corona protesica. Anche se si opta per questa scelta terapeutica molto prudente, non si può avere garanzia di successo nella totalità dei casi.
Infatti, a volte, qualsiasi sia stato il trattamento eseguito, le fratture continuano a propagarsi e a portare inesorabilmente alla perdita dell’elemento dentale.
Trattare un dente incrinato è importante perché si rimuove il dolore e si rende più improbabile la propagazione del crack.
In tutti casi, è fondamentale e necessario informare correttamente il paziente sulla prognosi del dente incrinato.
Bibliografia
- https://www.fdiworlddental.org/sites/default/files/2022-07/FDI%20Cracked%20Tooth%20Syndrome.pdf
- Hasan, S., Singh, K., & Salati, N. (2015). Cracked tooth syndrome: overview of literature. International Journal of Applied and Basic Medical Research, 5(3), 164-168.
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- Mamoun, J. S., & Napoletano, D. (2015). Cracked tooth diagnosis and treatment: An alternative paradigm. European journal of dentistry, 9(02), 293-303.
- Ellis SG. Incomplete tooth fracture – Proposal for a new definition. Br Dent J 2001;190:424-8.
- Lynch, C. D., & McConnell, R. J. (2002). The cracked tooth syndrome. Journal-Canadian Dental Association, 68(8), 470-475.
- Li, F., Diao, Y., Wang, J., Hou, X., Qiao, S., Kong, J., … & Jiang, H. B. (2021). Review of cracked tooth syndrome: etiology, diagnosis, management, and prevention. Pain Research and Management, 2021(1), 3788660.
- Geurtsen W. The cracked‑tooth syndrome: Clinical features and case reports. Int J Periodontics Restorative Dent 1992;12:395‑405.
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