
La protesi fissa sui denti naturali è oggi un comune trattamento riabilitativo in grado di ripristinare la struttura dentale persa, la forma del dente, la funzione e l’estetica. (1) Anche se ad oggi il gold standard è ancora rappresentato da riabilitazioni metallo-ceramiche, stanno acquisendo molta popolarità soluzioni completamente ceramiche, grazie alle loro migliori proprietà estetiche, alla loro biocompatibilità e alle loro caratteristiche meccaniche. (2)
In protesi fissa, sia nella clinica che in letteratura, sono state proposte moltissime tipologie di preparazione.
In generale, le tipologie di preparazione possono essere classificate come orizzontali o verticali. (3)
Nonostante tutti i tipi di preparazione disponibili, spesso vengono preferite dai clinici quelle orizzontali per motivazioni molto pratiche. Le preparazioni orizzontali, infatti, risultano più visibili sul dente preparato, nell’impronta e sul modello in gesso, e fanno sì che i margini del provvisorio e della protesi definitiva risultino più netti e precisi. (1)
Le preparazioni verticali, al contrario, offrono un peggiore adattamento marginale e la presenza di sovra-contorni protesici. (4)
Tuttavia, con preparazioni verticali, è possibile ottenere minori gap tra il moncone e la riabilitazione ed è possibile ridurre l’infiammazione nella zona del solco gengivale. (5)
Preparazioni protesiche orizzontali
Le preparazioni protesiche orizzontali sono caratterizzate dalla presenza di una linea netta, definita e leggibile della finitura di preparazione. Esistono in questo contesto moltissimi disegni possibili, ognuno con determinate caratteristiche, adatto a determinati materiali e ottenibile con l’utilizzo di determinate frese diamantate. I più comuni disegni di preparazione orizzontale sono: chamfer e spalla.
La preparazione orizzontale per definizione è rappresentata dalla preparazione a spalla, che può essere a 90° (angolo tra l’asse verticale e la componente orizzontale della preparazione) così come a 50°, o con differenti angolazioni delle due componenti assiale e quella “orizzontale”.
Chamfer: caratteristiche e vantaggi
Il chamfer è invece caratterizzato da una linea di finitura curva, senza la presenza di angoli vivi. Questa linea “morbida” migliora il dissipamento degli stress e si presta molto sia per corone metallo-ceramiche che per corone completamente ceramiche. (6) Linee di preparazione a chamfer, inoltre, ben si addicono a workflow digitali poiché sia in fase di scansione che in fase di realizzazione CAM eventuali angoli vivi rappresentano una possibile fonte di distorsioni e di imprecisioni. (7)
In generale, preparazioni orizzontali (spalla e chamfer) consentono una precisa localizzazione del margine di finitura da parte dell’odontotecnico che può quindi “leggere” facilmente la preparazione e posizionare il margine protesico con la massima precisione.
La preparazione orizzontale, inoltre, offre più spazio protesico a livello del margine permettendo quindi di avere lo spessore necessario sia per la struttura metallica che per lo strato di ceramica.
Preparazioni protesiche verticali
Le preparazioni dentali verticali rappresentano un’evoluzione nelle riabilitazioni protesiche. A differenza delle preparazioni orizzontali, che prevedono margini ben definiti (chamfer o spalla), la preparazione verticale elimina il margine finito, consentendo una maggiore libertà nella gestione dei tessuti molli e nella posizione del margine protesico (8).
Avere un’area di preparazione invece di un netto margine consente sostanzialmente di poter spostare quest’ultimo più o meno apicalmente, a patto che se ne rispetti l’ampiezza biologica. Questa caratteristica è particolarmente utile quando la corona clinica non corrisponde alla corona anatomica o si vuole modificare la forma e il volume dell’emergenza protesica.
Tra i vantaggi principali, si evidenzia la conservazione di tessuto dentale sano. La mancanza di un margine orizzontale riduce la quantità di dentina rimossa, diminuendo il rischio di complicanze pulpari (3). Inoltre, la possibilità di modellare il profilo di emergenza attraverso provvisori personalizzati consente una migliore integrazione estetica e funzionale con i tessuti parodontali, favorendo la stabilità del margine gengivale (9). Il margine protesico subgengivale può essere posizionato in maniera biologicamente compatibile, adattandosi alla nuova architettura dei tessuti.
Limiti e difficoltà cliniche delle preparazioni dentali verticali
Tuttavia, esistono alcuni svantaggi. La tecnica è altamente sensibile e richiede una notevole esperienza clinica. Il controllo della linea di finitura subgengivale può risultare complesso e dipende da impronte estremamente precise ottenute con tecniche di retrazione gengivale a doppio filo (3). Inoltre, la comunicazione tra clinico e odontotecnico deve essere ottimale per garantire un risultato funzionale e prevedibile.
Non avere uno spessore di preparazione a livello del margine porta con sé, però, anche un altro importante problema: per quanto si possa rastremare lo spessore del manufatto che verrà realizzato, per definizione esisterà sempre un punto nel quale avremo un sovra-contorno protesico.
La preparazione dentale verticale offre quindi importanti benefici in termini di conservazione tissutale ed estetica, ma richiede precisione operativa e competenze avanzate.
In conclusione, è chiaro come non esista un tipo di preparazione migliore di un altro. Per ogni scenario clinico e in base al materiale che si vuole utilizzare, il dentista potrà spaziare tra diverse tipologie di preparazione in base a razionali prevalentemente clinici e riabilitativi.
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