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Giu

Fattori di precisione occlusale delle corone su impianti con workflow analogico e digitale

La precisione delle corone a livello occlusale è un aspetto estremamente importante di una riabilitazione protesica (1).

Da un punto di vista clinico, un contatto eccessivo su un dente/impianto può determinare un pre-contatto o un’interferenza durante i movimenti eccentrici della mandibola, mentre un contatto beante risulterebbe non congruo all’occlusione (2).

In entrambi i casi, il rischio di complicanze meccaniche a carico dell’elemento protesizzato e/o biologiche, può aumentare in modo significativo (3,4).

Nel rispetto degli schemi occlusali con cui si riabilitano i pazienti implantari, spesso sono previste delle clearance occlusali da rispettare tra le superfici antagoniste; conseguentemente, l’accuratezza nei processi di acquisizione dei dati clinici e di fabbricazione delle protesi risulta fondamentale (5–8).

Fattori di precisione occlusale

A seconda del workflow (analogico/digitale), e dei materiali usati per realizzare la protesi, esistono diversi fattori in grado di influenzare la precisione occlusale delle corone su impianti.

Tra questi annoveriamo:

  1. l’accuratezza del modello master;
  2. la rilevazione dell’occlusione analogica/digitale e il successivo posizionamento in articolatore dei modelli;
  3. il movimento degli analoghi nel modello in gesso originato dall’impronta.
    Se si lavora in digitale producendo un modello, il posizionamento degli analoghi nel modello stampato 3D e le tolleranze di manifattura del modello relative alla stampante 3D o alla resina usata;
  4. le tolleranze tra le diverse componentistiche implanto-protesiche (9,10);
  5. le procedure di fabbricazione della protesi e la presenza di rivestimenti estetici;
  6. le procedure di finalizzazione, come la glasatura e la lucidatura.

L’accuratezza del modello master

Per quanto concerne il primo punto, ovvero l’accuratezza del modello master, la tecnica di impronta analogica (pick-up o a strappo), i materiali utilizzati (polivinilsilossani o polieteri), lo splintaggio o meno dei transfer e la tecnica di fabbricazione del modello in gesso, possono sicuramente influenzare l’accuratezza del modello master (11,12).

Strategie e tecniche di scansione

Se, invece, il flusso di lavoro è digitale, la scansione intraorale con tutte le componentistiche e tecniche (scan body, strategia di scansione, lunghezza d’arcata…) o la scansione del modellomaster con gli scan body da laboratorio, se si desidera passare ad un flusso digitale, risultano determinantiper la realizzazione delmodello virtuale (13,14).

Movimenti del modello e posizionamento dei mascellari

Ad oggi, la realizzazione dei modelli in gesso di tipo IV da impronte in PVS risulta essere più accurata rispetto alle scansioni intra-orali seguite dalla stampa 3D del modello (15).

In questo influiscono anche il posizionamento dell’analogo nel modello stampato 3D e la gestione delle tolleranze di fabbricazione del modello (16).

Quando si passa poi dal flusso di lavoro analogico a quello digitale, scansionando un modello in gesso con uno scanner da laboratorio, possono accumularsi altri errori derivanti dal processo di scansione (17), dipendentemente dal tipo di desktop scanner utilizzato (18,19).

Il posizionamento spaziale dei mascellari del paziente, relativamente all’asse cerniera e, conseguentemente, anche la relazione maxillomandibolare, possono determinare discrepanze ed imprecisioni nella fabbricazione delle protesi in quanto influenzano direttamente la modellazione delle cuspidi e delle fosse, e l’inclinazione degli elementi dentali nella protesi (20–22). 

Tolleranze tra le diverse componentistiche implanto-protesiche

Le tolleranze di manifattura tra le diverse componentistiche implanto-protesiche, ossia tra impianto e transfer pick-up, tra transfer e analoghi, tra analoghi e abutment o Ti-base, e tra Ti-base e impianti a livello della connessione, sono anch’essi determinanti nella precisione di costruzione della protesi (9).

Anche nel workflow digitale molte di queste tolleranze sono presenti se il flusso di lavoro prevede la stampa del modello in 3D (23); se il flusso di lavoro è full-digital, le discrepanze possono però, comunque, essere generate da un incorretto allineamento tra la mesh dello scan body ed i file di libreria usati dall’odontotecnico per individuare la posizione 3D della connesione implanto-protesica (24,25).

Procedure di fabbricazione e finalizzazione

Invece, per quanto riguarda i meccanismi di fabbricazione della protesi, questi possono alterare il risultato finale in relazione anche ai materiali con cui vengono realizzate.

Ad esempio, una corona in zirconia riporterà errori provenienti dalle tolleranze del fresaggio del blocchetto presinterizzato, dalle contrazioni dimensionali dovute alla sinterizzazione, dalle procedure di glasatura, lucidatura e cementazione su Ti-base (5,26,27).

All’interno di questa categoria bisogna ricordare che diversi spessori e forme dei restauri in zirconia potrebbero determinare contrazioni di diverso tipo con conseguenti errori nella precisione occlusale delle corone (26).

Le procedure di lucidatura potrebbero aumentare la clearance occlusale con l’antagonista, vista la rimozione di un sottile strato di vetroceramica di circa 25 μm (28).

Dall’altro lato, invece, la cementazione su Ti-base potrebbe ridurre la clearance occlusale, risultando la corona sovraposizionata di circa 20 μm (27).

Conclusioni

In conclusione, la precisione occlusale delle corone su impianti dipende da una molteplicità di fattori legati sia al workflow utilizzato (analogico o digitale) sia ai materiali e alle tecniche di fabbricazione impiegati.

Comprendere e controllare questi fattori è essenziale per ridurre le discrepanze occlusali e garantire risultati protesici ottimali.

Un’attenta gestione di ogni fase del processo può significativamente migliorare la qualità e la predicibilità delle riabilitazioni protesiche.


Bibliografia

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