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Modelli ortodontici: metodologie di realizzazione e impiego di materiali gessosi/resinosi
Un modello è una replica positiva della dentizione e delle strutture circostanti, usato per lo studio diagnostico della situazione e come base per la costruzione di apparecchi protesici e ortodontici. (1)
Esistono modelli studio o diagnostici o preliminari, modelli lavoro e modelli master. (2)
I modelli, finalizzati a impieghi diversi, hanno la necessità di offrire proprietà fisico-meccaniche diverse.
Caratteristiche e finalità dei modelli ortodontici
I modelli studio/preliminari/diagnostici servono per studiare il caso o per produrre un porta impronta individuale con il quale realizzare un modello master, che è invece il modello sul quale viene effettivamente realizzato un manufatto protesico. I modelli lavoro, invece, sono funzionali all’ esecuzione di alcuni passaggi tecnici.
Queste differenze sottendono diverse necessità.
Quando si analizza un caso clinico con un modello studio/diagnostico/preliminare non ci sarà bisogno di avere un’accuratezza assoluta poiché sarà utilizzato al solo scopo diagnostico preliminare e con la possibilità quindi di prediligere materiali magari più semplici da utilizzare, più veloci e che assicurino un livello di accuratezza inferiore.
Se invece il modello servirà per realizzare una corona definitiva, l’accuratezza dovrà essere massima e utilizzeremo un modello master con caratteristiche di riproduzione del dettaglio, di stabilità dimensionale elevate.
Altra caratteristica che deve possedere un modello, rispetto alle lavorazioni che dovrà subire, è la refrattarietà, cioè la capacità di resistere alle alte temperature. Si ricordi come in tutte le lavorazioni tradizionali a “a cera persa” i modelli subiscano temperature estremamente elevate.
Poi, quando si parla di modelli, occorre fare un’altra importante distinzione sulla base della tipologia di realizzazione.
Tipologie di realizzazione dei modelli
I modelli possono essere realizzati con metodologie classiche/analogiche (colatura del modello) o con metodologie cad-cam/digitali (stampa 3D o fresatura). (3,4)
Metodologia classica/analogica
Questa metodologia di realizzazione è la più comunemente utilizzata e quella di più lunga data nella pratica odontoiatrica. Essa richiede sempre uno stampo fisico in negativo delle strutture intraorali di nostro interesse, ovvero l’impronta, la quale deve possedere caratteristiche fisiche e meccaniche tali da permettere al suo interno la colatura di un materiale fluido che, solidificandosi, andrà a formare il positivo, cioè la replica esatta delle strutture intra-orali ovvero il modello.
Il materiale da impronta deve essere quindi compatibile con quello del materiale che verrà colato al suo interno, offrire una buona bagnabilità e contrastare l’espansione o la contrazione del materiale del modello durante la fase di indurimento. (5)
L’utilizzo dei gessi dentali
I materiali per modelli utilizzabili con una tecnica tradizionale (colatura) sono divisi in gessi dentali e in resine per modelli. (6)
I gessi dentali sono ottenuti per calcinazione e abbiamo gessi β (beta) da cui si ottengono gessi di tipo I e gessi di tipo II e gessi α (alfa) da cui si ottiene il gesso di tipo III, se vengono aggiunti degli additivi al gesso α (alfa), si possono ottenere gessi di tipo IV, IV migliorato e gessi di tipo V.
Le varie tipologie presentano diverse caratteristiche e indicazioni. (7)
- Tipo I: gesso tenero, da impronta, anche detto Pasta di Parigi.
- Tipo II: gesso tenero per modelli, adatto per modelli studio o per il montaggio di modelli in articolatore
- Tipo III: gesso duro, per la realizzazione di modelli a elevata resistenza
- Tipo IV: gesso extra-duro, adatto a realizzazione di protesi fisse, ad alta resistenza e a bassa espansione
- Tipo V: gesso extra-duro, adatto a realizzazione di protesi fisse, ad alta resistenza e ad alta espansione
L’espansione del gesso è una caratteristica fondamentale in quanto andrà a compensare eventuali contrazioni del materiale che verrà realizzato sul modello.
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Se, per esempio, si intende realizzare la sottostruttura metallica di una protesi removibile con una lega metallica non nobile e che presenta un’importante contrazione volumetrica, sarà preferibile scegliere un gesso di tipo V ad elevata espansione in modo da compensare la contrazione del materiale metallico.
La scelta dei materiali resinosi
Oltre al gesso, che è il materiale più utilizzato, possiamo utilizzare per ottenere un modello attraverso la colatura anche dei materiali resinosi, i più utilizzati sono (8-10):
- resina epossidica;
- resina poliuretanica.
Con l’obiettivo di ottenere modelli più accurati e resistenti, sono stati proposti anche altri materiali come resine addizionate con metalli (11), gessi modificati con resine (12), resine poliuretaniche rinforzate (13) e modelli elettrodeposti (14).
Metodologia CAD-CAM/digitale
Le metodologie di realizzazione di un modello in CAM (Computer Aided Manufacturing) si possono sostanzialmente riassumere in due grandi famiglie: stampaggio 3D e fresatura. (4)
Ognuna delle due metodologie porta con sé vantaggi e svantaggi riguardo a costi di gestione, spreco di materiali ed accuratezza finale (15-17).
In entrambe le metodologie, il materiale più diffusamente utilizzato è il polimetilmetacrilato o PMMA; nella metodica a fresatura si utilizzano dei dischi di PMMA, mentre nella stampa 3D si polimerizza layer su layer fino a formare il modello finale. (4)
Nella stampa 3D può essere utilizzato polipropilene, policarbonato, polistirene, acrilonitrile butadiene stirene ecc. (18)
Mentre i materiali gessosi tendono in fase di indurimento ad esprimere un certo grado di espansione, i materiali resinosi tendono al contrario a contrarsi. Questo comportamento va tenuto in considerazione durante la stampa 3D ed è necessario utilizzare alcuni accorgimenti per limitare questo fenomeno e quindi non introdurre eventuali imprecisioni.
Vengono utilizzate diverse tipologie di resine e, potenzialmente, esiste un ampio spettro di materiali utilizzabili per realizzare un modello con tecnologie CAD-CAM/digitali, a seconda dell’accuratezza e della resistenza desiderate.
Bibliografia
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