30

Mag

Ortodonzia intercettiva: quando intercettare una malocclusione con trattamento precoce

L’AAO (American Association of Orthodontists) consiglia di eseguire la prima visita ortodontica non più tardi dei 7 anni. (1) Aspettare ulteriormente potrebbe essere un errore poiché alcune problematiche sono facilmente correggibili se diagnosticate presto.

Un trattamento intercettivo precoce può correggere alcune malocclusioni che, una volta finita la crescita, risulteranno più difficilmente affrontabili. (1)

Ci sono alcuni segni che possono fare allarmare i genitori e che meriterebbero un approfondimento ortodontico, come la perdita precoce o tardiva dei denti decidui, difficoltà nel mordere o nel masticare, la respirazione orale, la suzione del pollice, un importante affollamento dentale, etc. (1)

Un trattamento intercettivo può:

  • guidare la crescita maxillo-mandibolare;
  • diminuire il rischio di trauma derivante dalla protrusione degli incisivi;
  • correggere eventuali abitudini viziate;
  • guidare gli elementi permanenti in una posizione più favorevole;
  • migliorare la competenza labiale. (1)

Anche se la maggior parte dei trattamenti ortodontici viene eseguita tra i 9 e i 14 anni, alcuni bambini potrebbero ottenere dei benefici da un approccio più anticipato.

I vantaggi di un trattamento intercettivo precoce

Nel corso degli anni, la ricerca ha dimostrato che alcune malocclusioni possono beneficiare di un trattamento intercettivo precoce, rendendo così più semplice – o in alcuni casi addirittura superfluo – un trattamento in fase tardiva. (2)

Posticipare il trattamento in una singola fase in un’età più adulta e lasciando quindi il bambino con la sua malocclusione potrà inoltre avere un possibile effetto psicologico e sociale sulla sua qualità di vita. (3)

Un trattamento precoce dovrebbe:

  • rendere più semplice un eventuale seconda fase;
  • migliorare l’aspetto psicologico/sociale del bambino e la sua autostima;
  • diminuire la possibilità che siano in futuro necessarie delle estrazioni;
  • sfruttare la crescita disponibile senza però erodere inutilmente la collaborazione del piccolo paziente e le disponibilità economiche della famiglia – sempre nell’ottica di offrire la terapia più efficace ed efficiente.

Esiste una spaccatura tra quello che è dimostrato in letteratura e quello che può essere osservato clinicamente per quanto riguarda la necessità di un intervento precoce.

Occorre che il clinico, basandosi sulle attuali evidenze, moduli il suo trattamento sulla base del singolo caso, considerando ogni variabile disponibile.

Ortodonzia intercettiva: quando è indicata?

La letteratura ha nel tempo dimostrato con un certo grado di evidenza che il trattamento ortodontico intercettivo precoce è elettivamente indicato nei casi di crossbite e nelle terze classi. (2)

La correzione precoce di questo tipo di malocclusioni evita le complesse sequele che potrebbero verificarsi in futuro, senza alcun intervento. Con questo approccio si può normalizzare una crescita anormale con un buon grado di stabilità nel tempo.

Per altre casistiche comuni come seconde classi, morsi aperti, discrepanze dento-scheletriche, il discorso è più complesso e non vi è evidenza scientifica secondo la quale un approccio intercettivo offrirebbe dei vantaggi. In questi casi è l’esperienza del clinico a orientare il piano di terapeutico in un senso o nell’altro.

Vediamo ora i singoli casi che meritano di essere considerati nell’ambito di un trattamento ortodontico intercettivo.

Morso crociato posteriore

È una problematica molto frequente nel bambino con una prevalenza tra l’8% e il 22%. (4)

Esso può avere un’origine multifattoriale, tuttavia riscontrabile con un certo grado di contrazione del mascellare superiore. Circa l’80% dei casi di morso crociato in dentizione mista è causato da una deviazione funzionale mandibolare. (5,6)

Se non trattato, un morso crociato posteriore con deviazione funzionale mandibolare difficilmente si autocorregge, spesso riflettendosi anche in dentizione permanente. Questo tipo di crescita deviata e asimmetrica può stabilizzarsi determinando a fine crescita un certo grado di asimmetria scheletrica del soggetto.

In questi soggetti è indicato il trattamento intercettivo il più precocemente possibile. (7,8)

Terze classi

Quando si trattano le terze classi occorre eseguire un’accurata diagnosi basata sulla cefalometria e sull’anamnesi famigliare del soggetto, oltre che sui rapporti dentali.

Le terze classi scheletriche, considerando il pattern di crescita mandibolare, tenderanno normalmente a peggiorare durante l’adolescenza (2). Inoltre, va considerato che la crescita del mascellare in avanti e verso il basso si completa abbastanza presto rispetto ad altre strutture (9,10).

Delle terze classi, circa il 60% è causato da un deficit del mascellare, il quale mediamente si presenta contratto e retruso in senso antero-posteriore. (11)

È chiaro quindi come, in presenza di terze classi supportate da un deficit del mascellare, sia indicato il trattamento precoce immediato mediante la protrazione del mascellare utilizzando una maschera facciale.

Più l’inizio del trattamento è precoce e più risulta efficace, in quanto viene sfruttato tutto il potenziale di crescita del mascellare.

Seconde classi

In questo caso permane un gap tra realtà clinica ed evidenza scientifica.

Infatti, sebbene non sia emersa alcuna evidenza scientifica che giustifichi un trattamento intercettivo precoce nei confronti di una seconda classe – poiché i risultati sarebbero sovrapponibili a quelli ottenibili con un trattamento in un’unica fase più tardiva – è ancora un argomento molto dibattuto e non di certo condiviso universalmente da parte dei clinici. (12)

L’unica giustificazione alla base di un trattamento precoce potrebbe essere la riduzione della possibilità del trauma degli incisivi superiori e una maggiore autostima del paziente. (13)

Il problema sagittale spesso è espressione di un problema trasversale, mentre si corregge la problematica trasversale si può lavorare per migliorare la seconda classe senza però compromettere la collaborazione del paziente che sarà essenziale in prossimità del picco di crescita, ovvero il giusto timing per la correzione delle seconde classi.

Quindi, di per sé, una seconda classe non rappresenta un’indicazione ad un trattamento intercettivo precoce.

Morso aperto

Spesso, il morso aperto è accompagnato da una contrazione trasversale e da abitudini viziate come l’interposizione linguale, l’incompetenza labiale e il succhiamento. (14)

Quando il morso aperto non ha un supporto scheletrico (iperdivergenza) allora sarà sufficiente attuare una terapia per normalizzare la contrazione mascellare (se presente) e una terapia comportamentale/logopedica/miofunzionale per correggere l’abitudine viziata.

Discrepanze dento-basali

Per questo tipo di problematiche è difficile trovare un’indicazione comune ma occorre valutare attentamente il singolo caso, tenendo conto di pregi e difetti di un eventuale intervento precoce, o decidendo di attendere e trattare la malocclusione in un secondo momento.


Bibliografia

  1. https://www.aaoinfo.org/wp-content/uploads/2018/07/Your_Childs_First_Checkup-15-cons-hl.pdf
  2. Schneider-Moser, U. E., & Moser, L. (2022). Very early orthodontic treatment: when, why and how?. Dental press journal of orthodontics, 27, e22spe2.
  3. Artese, F. (2019). A broader look at Interceptive Orthodontics: What can we offer?. Dental press journal of orthodontics, 24, 7-8.
  4. da Silva Filho, O. G., Santamaria Jr, M., & Filho, L. C. (2007). Epidemiology of posterior crossbite in the primary dentition. Journal of Clinical Pediatric Dentistry, 32(1), 73-78.
  5. Kutin, G., & Hawes, R. R. (1969). Posterior cross-bites in the deciduous and mixed dentitions. American journal of orthodontics, 56(5), 491-504.
  6. Clifford, F. O. (1971). Cross-bite correction in the deciduous dentition: principles and procedures. American journal of orthodontics, 59(4), 343-349.
  7. Harrison, J. E., & Ashby, D. (2001). Orthodontic treatment for posterior crossbites. The Cochrane database of systematic reviews, (1), CD000979-CD000979.
  8. Lippold, C., Stamm, T., Meyer, U., Végh, A., Moiseenko, T., & Danesh, G. (2013). Early treatment of posterior crossbite-a randomised clinical trial. Trials, 14, 1-10.
  9. Ochoa, B. K., & Nanda, R. S. (2004). Comparison of maxillary and mandibular growth. American journal of orthodontics and dentofacial orthopedics, 125(2), 148-159.
  10. Laowansiri, U., Behrents, R. G., Araujo, E., Oliver, D. R., & Buschang, P. H. (2013). Maxillary growth and maturation during infancy and early childhood. The Angle Orthodontist83(4), 563-571.
  11. Guyer, E. C., Ellis III, E. E., McNamara Jr, J. A., & Behrents, R. G. (1986). Components of Class III malocclusion in juveniles and adolescents. The Angle Orthodontist, 56(1), 7-30.
  12. O’Brien, K., Wright, J., Conboy, F., Sanjie, Y., Mandall, N., Chadwick, S., … & Shaw, I. (2003). Effectiveness of early orthodontic treatment with the Twin-block appliance: a multicenter, randomized, controlled trial. Part 1: dental and skeletal effects. American journal of orthodontics and dentofacial orthopedics, 124(3), 234-243.
  13. Ren, Y. (2004). Very few indications justify early treatment for severe Class II malocclusions. Evidence-Based Dentistry, 5(4), 100-101.
  14. Ngan, P., & Fields, H. W. (1997). Open bite: a review of etiology and management. Pediatric dentistry, 19(2), 91-98.

Vuoi maggiori informazioni sui prodotti e le soluzioni Dental di Zhermack?

Contattaci