Riuscire ad ottenere un’impronta perfetta è forse una delle sfide più complesse per l’odontoiatra, soprattutto quando si parla di impronta di precisione in protesi fissa (1).
È interessante osservare che una percentuale piuttosto elevata di impronte che partono dallo studio dentistico e arrivano al banco del laboratorio odontotecnico presentano degli errori evidenti (2-4).
Esistono errori più o meno importanti, alcuni dei quali vengono definiti critici.
Un errore critico è una qualsiasi problematica che emerge nell’impronta a livello del margine di preparazione, sia essa un vuoto, una bolla o una distorsione (4). Un errore è pertanto definibile critico quando può compromettere la qualità e quindi la prognosi di una futura riabilitazione protesica.
Ma quali sono gli errori principali da evitare durante la presa di impronta (1-4)?
1) Incompleta riproduzione dei margini
Questo è un errore critico e può derivare da diversi fattori:
- da una non corretta retrazione del margine gengivale;
- dalla presenza di sangue o saliva sul margine di preparazione;
- dal mancato rispetto delle tempistiche indicate.
Nella fase d’impronta risulta quindi fondamentale lavorare in un campo pulito e senza contaminazioni di sangue e saliva, nonché con dei tessuti gengivali correttamente retratti.
Esistono diversi metodi di retrazione gengivale (5,6), tutti con l’obiettivo di spostare atraumaticamente i tessuti, al fine di consentire l’accesso del materiale al margine da leggere e per fornire spessore sufficiente al materiale da impronta, in modo tale da non incorrere in strappi.
Per questo motivo sono da preferire materiali da impronta che offrano un’elevata resistenza allo strappo, in grado quindi di resistere a sollecitazioni anche in spessori limitati, come nel caso del margine di preparazione.
2) Materiale da impronta che non polimerizza
Questo può derivare da errori compiuti durante la fase di miscelazione.
Durante questa fase è infatti importante:
- rispettare i dosaggi;
- utilizzare i giusti accessori di miscelazione (puntali, cucchiai dosatori, etc.);
- eseguire una fase di pareggio delle due componenti quando vengono utilizzati miscelatori automatici o semi-automatici, scartando la prima parte del materiale miscelato.
Diversamente, può derivare da un’inibizione della reazione di polimerizzazione del materiale da impronta a causa di una contaminazione con alcune tipologie di materiali utilizzati in odontoiatria.
Un classico esempio è l’inibizione della polimerizzazione dei siliconi per addizione, che ha luogo quando si miscela il materiale utilizzando guanti in lattice (7).
L’inibizione potrebbe anche essere causata da alcuni liquidi astringenti/emostatici come il solfato di alluminio, che potrebbe avere effetto sulla polimerizzazione dei siliconi per addizione, o ancora il solfato ferrico e il cloruro di alluminio, che interferiscono con la polimerizzazione dei polieteri (8).
In questi casi si consiglia di risciacquare abbondantemente con acqua i fili retrattori, in modo da eliminare i liquidi che possono inibire la polimerizzazione del materiale da impronta.
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Scopri come prendere un’impronta dentale senza errori
Occorre prestare molta attenzione anche allo strato non polimerizzato di resine acriliche che possono rimanere adese al moncone e interferire con il materiale da impronta (9).
Prima di prendere l’impronta definitiva, è importante infatti pulire accuratamente il moncone utilizzando un prodotto a base alcolica, eliminando ogni residuo di resina non polimerizzata o di cemento.
3) Presenza di vuoti sul margine
Le ragioni di questo problema possono essere molteplici.
La presenza di sangue e saliva sul margine può portare alla formazione di vuoti; pertanto, occorre prestare molta attenzione ad eventuali contaminazioni.
Altra causa comune è la scorretta applicazione del materiale fluido attraverso il puntale intraorale.
Quando si dispensa il materiale sulla preparazione, è necessario tenere la punta del puntale intraorale sempre immersa nel materiale da impronta, spostandosi in maniera circolare sul margine, e risalendo sul moncone senza mai fare uscire la punta dal materiale da impronta, in modo da non incorporare bolle d’aria.
Possono formarsi delle bolle d’aria se, utilizzando dei miscelatori semiautomatici, non sono stati eseguiti il pareggio e lo scarto iniziale.
4) Distorsioni nell’impronta
Le distorsioni sono un frequente tipo di errore presente nelle impronte. Solitamente sono causate da una non perfetta stabilità del portaimpronta nel cavo orale durante la reazione di polimerizzazione del materiale.
Una volta inserito il portaimpronta in bocca, occorre infatti mantenerlo perfettamente fermo mentre il materiale comincia ad esibire le sue proprietà elastiche, le quali iniziano a variare già entro un minuto dall’estrusione (10).
Per ridurre il rischio di distorsioni è necessario attenersi alle tempistiche dichiarate dal produttore e preferire materiali con un effetto snap-set (11). Quest’ultimo è dato dalla ripidità della curva della reazione di polimerizzazione: in generale, più veloce è la reazione, minore è il tempo nel quale il materiale offre un certo grado di deformazione plastica e risulta quindi ridotta la possibilità che si creino delle distorsioni (12).
Per limitare le distorsioni è necessario inoltre scegliere un portaimpronta rigido di una dimensione adatta all’arcata del paziente, e che la rimozione avvenga lungo l’asse del dente.
In protesi fissa, quando si utilizzano portaimpronta non forati, è di fondamentale importanza l’applicazione di un adesivo nell’interfaccia materiale da impronta/portaimpronta, in modo che non si creino separazioni o potenziali distorsioni.
5) Mancata adesione tra light e tray material
Questo tipo di errore può derivare da un mancato rispetto delle tempistiche di lavoro suggerite dal produttore oppure, in una tecnica in due fasi, può essere dovuto alla mancata asciugatura della prima impronta.
Anche una contaminazione di quest’ultima può creare la mancata adesione del materiale fluido a quello più denso. Si aggiunga che se la prima impronta viene maneggiata con in guanti in lattice, si può creare un fenomeno da inibizione della polimerizzazione tale da non fare aderire tra di loro i materiali.
Soluzioni per l’impronta di precisione
Zhermack offre diverse soluzioni per l’impronta di precisione, una delle quali è Hydrorise System: una gamma di siliconi per addizione a elevate performance per la presa d’impronta su impianti e monconi naturali.
Pensato per i professionisti alla ricerca di caratteristiche tecniche elevate, Hydrorise System è il top di gamma in casa Zhermack e offre un’ampia scelta di soluzioni per ogni situazione clinica.
Hydrorise è un silicone altamente idrocompatibile e che raggiunge i 5 micron di precisione nella riproduzione del dettaglio.
Bibliografia
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- https://www.styleitaliano.org/snap-set-technology-in-the-vps-impressions-materials/
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