Un provvisorio è un restauro temporaneo realizzato al fine di migliorare l’estetica, la stabilità e la funzione del dente o dei denti preparati nel tempo che intercorre tra la preparazione dentale e il posizionamento della protesi definitiva [1].
Spesso la fase provvisoria serve a determinare l’efficacia del piano di trattamento e ad analizzare la forma e la funzione della futura protesi definitiva [2].
Dal punto di vista dell’odontoiatra, i restauri provvisori rappresentano uno step fondamentale per il successo del trattamento nell’ambito di un processo di riabilitazione. Infatti, attraverso la buona riuscita di questa fase di trattamento, il dentista può guadagnare la fiducia del paziente e influenzare favorevolmente il successo finale del restauro definitivo.
Affinché svolga la propria funzione adeguatamente, la letteratura clinica ha identificato una serie di caratteristiche che un materiale per restauri provvisori dovrebbe idealmente possedere per performare al meglio [3].
- resistenza alle sollecitazioni;
- bassa contrazione da polimerizzazione;
- sicurezza per i tessuti;
- working e setting time adeguati;
- stabilità cromatica.
Resine acriliche e composite per la realizzazione dei provvisori
I materiali oggi comunemente impiegati per la realizzazione dei provvisori sono le resine acriliche e le resine composite [4,5]. Queste ultime possiedono migliori caratteristiche meccaniche in termini di resistenza alla flessione e di durezza [5].
Resine acriliche
- PMMA (polimetilmetacrilato)
Il polimetilmetacrilato o PMMA è un materiale a base resinosa autopolimerizzante in formato polvere/liquido per miscelazione manuale.
Si tratta di un materiale resistente, con buone proprietà meccaniche e una buona estetica ma che presenta un’elevata contrazione da polimerizzazione, un’elevata reazione esotermica, rilascio di monomero libero (nocivo) e scarsa resistenza all’abrasione. Per la forte esotermia della reazione e per il rilascio di monomero libero, i PMMA troverebbero la maggiore indicazione nelle tecniche indirette. Inoltre, secondo la letteratura clinica, le proprietà meccaniche del materiale peggiorano nel tempo per l’assorbimento della saliva nel cavo orale.
- PEMA (polietilmetacrilato)
Il Polietilmetacrilato o PEMA è una resina acrilica autopolimerizzante in formato polvere/liquido per miscelazione manuale.
Se confrontato con il PMMA, questo materiale offre minor contrazione da polimerizzazione, minore esotermia della reazione di polimerizzazione e una migliore biocompatibilità. Inoltre, risultano essere facili da lucidare.
Tuttavia possiede caratteristiche meccaniche inferiori a PMMA e una scarsa stabilità cromatica.
Resine composite
I materiali compositi vengono descritti in letteratura come rigidi ma fragili. La loro insita rigidità infatti, seppur assicurando proprietà meccaniche molto elevate come la durezza e la resistenza in flessione, rappresenta un limite quando le sollecitazioni superano un certo livello. I materiali compositi infatti, non offrendo importante deformazione plastica, quando sottoposti a sollecitazioni che oltrepassano il limite proporzionale, tendono a fratturarsi senza deformarsi.
- bis-GMA (bis-glicol-dimetacrilato)
Le resine composite bis-acriliche o Bis-GMA vengono proposte in formato pasta-pasta (in cartucce per miscelazione semi-automatica) e sono disponibili in versione autopolimerizzante, fotopolimerizzante e dual-curing.
Offrono proprietà meccaniche migliori rispetto al PMMA e PEMA, una bassa contrazione da polimerizzazione, una bassa reazione esotermica, una buona stabilità cromatica nel tempo, un certo grado di rigidità.
- UDMA (uretano dimetacrilato)
L’uretandimetacrilato o UDMA è una resina bicomponente pasta-pasta in cartucce per miscelazione semi-automatica, disponibile in versione autopolimerizzante e dual-curing.
Offre una buona resistenza all’abrasione, una buona stabilità cromatica nel tempo e assenza di bis-fenolo A.
Le tecniche di realizzazione di un provvisorio.
Le principali tecniche per la realizzazione di un restauro provvisorio sono sostanzialmente tre [6]:
- tecnica diretta;
- tecnica indiretta pre-limatura;
- tecnica indiretta post-limatura.
Vediamole una per una più nel dettaglio.
1. Tecnica diretta
La tecnica diretta viene realizzata interamente in studio da parte del clinico e viene completata interamente nel corso di un’unica seduta.
Per questo motivo, questa tecnica porta diversi vantaggi come la possibilità di non rivolgersi al laboratorio per fasi intermedie di lavorazione e di accorciare in tal modo il tempo complessivo richiesto per la finalizzazione del lavoro, evitando di fissare una serie di appuntamenti in clinica.
Tuttavia, poiché la tecnica prevede la realizzazione del provvisorio direttamente sul moncone/i del paziente, vi sono alcuni svantaggi correlati come una maggiore esposizione del dente preparato a possibili traumi dovuti all’aumento di temperatura della resina o al rilascio di monomero libero (nel caso il materiale utilizzato lo contenga), un peggior adattamento marginale e un tempo alla poltrona considerevole.
2. Tecnica indiretta pre-limatura
La tecnica indiretta pre-limatura prevede che il provvisorio venga realizzato dall’odontotecnico in laboratorio ancor prima che il clinico prepari il dente su cui poi verrà posizionato.
Se consideriamo i vantaggi di questa tecnica, possiamo dire che dopo la fase di preparazione del dente non sono necessari ulteriori appuntamenti, con un notevole risparmio di tempo sia per il clinico che per il paziente. Il provvisorio in questo caso andrà solamente ribasato nel cavo orale, la quantità di resina da utilizzare sarà quindi inferiore e avremo una reazione esotermica più limitata e una minor quantità di monomero libero.
Dall’altro lato, tuttavia, questa tecnica prevede una fase di impronta preliminare alla fase di preparazione per consentire all’odontotecnico lo studio e realizzazione del provvisorio prima della preparazione dei monconi.
Inoltre, spesso sono necessari diversi aggiustamenti sul restauro ricevuto dal laboratorio prima di arrivare all’assetto definitivo.
3. Tecnica indiretta post limatura
La tecnica indiretta post limatura prevede, al contrario della diretta, che il restauro provvisorio venga realizzato in laboratorio dall’odontotecnico e che solo successivamente venga inviato alla clinica per il posizionamento dello stesso nella bocca del paziente. La fase di preparazione in laboratorio porta una serie di vantaggi come la possibilità di evitare al moncone possibili traumi causati dal monomero libero e dal calore sviluppato dalla resina durante la polimerizzazione, un miglior adattamento marginale e un tempo alla poltrona minore rispetto a quanto richiesto dalla tecnica diretta.
Dall’altro canto, però, la tecnica indiretta presenta alcuni svantaggi come la necessità del clinico di interfacciarsi con il laboratorio odontotecnico e quindi la conseguente esigenza di fissare più appuntamenti per finalizzare la procedura. Inoltre, con la tecnica indiretta si incorre nella possibilità di danneggiare i modelli diagnostici realizzati a partire dalla prima impronta.
Acrytemp rappresenta la soluzione Zhermack per i restauri provvisori: è una resina bis-acrilica autopolimerizzante adatta a provvisori di breve e lunga durata con elevata resistenza alla frattura. È disponibile in cartucce da 50ml nei colori A1, A2, A3, a3.5 e B1.
Bibliografia
[1] The Glossary of Prosthodontic Terms: Ninth Edition. J Prosthet Dent. 2017 May;117(5S):e1-e105. doi: 10.1016/j.prosdent.2016.12.001. PMID: 28418832;
[2] Shillingburg H, Sather D, Wilson E, Cain J, Mitchell D, Blanco L, Kessler J. Fondamenti di protesi fissa. 2014;
[3] Patras, Michael, et al. Management of provisional restorations’ deficiencies: a literature review. Journal of esthetic and restorative dentistry. 2012; 24.1: 26-38;
[4] Tom, T. Nigel, et al. Provisional restorations: An overview of materials used. Journal of Advanced Clinical and Research Insights, 2016; 3.6: 212-214;
[5] Astudillo-Rubio D, et al. Mechanical properties of provisional dental materials: A systematic review and meta-analysis. PloS one, 2018; 13.2: e0193162;
[6] Regish, K. M., Sharma, D., & Prithviraj, D. R. (2011). Techniques of fabrication of provisional restoration: an overview. International journal of dentistry, 2011.
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