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Modello in gesso, impronta scansionata e scansione intraorale: quale sistema è più accurato su denti naturali?

L’impiego degli scanner intraorali per la realizzazione di protesi su denti naturali si sta diffondendo in misura sempre maggiore (1).

I vantaggi in termini di rapidità nell’ottenere un modello digitale in positivo, il comfort per il paziente durante la scansione intraorale e l’efficienza del workflow che consente di ri-scansionare aree non correttamente rilevate, rendono questi strumenti estremamente interessanti per il clinico (2,3).

Per quanto concerne la protesi su denti naturali, gli scanner intraoralihanno mostrato livelli di accuratezza comparabili a quelli dei materiali da impronta per la realizzazione di restauri su denti singoli o per un quadrante (4,5).

Accuratezza su denti singoli e arcate complete

Tuttavia, la loro capacità di scansionare correttamente un’arcata completa rimane ancora distante dai livelli di accuratezza raggiungibili con i materiali da impronta (6) viste le possibili variabili come la strategia di scansione, il processo di stitching, la luce ambientale, i movimenti del paziente, che possono influenzarne il risultato finale (7–9).

Sempre in tema di protesi su denti naturali, va evidenziato che i margini di preparazione sottogengivali o iuxtagengivali possono risultare ostici come anche i casi in cui si ha un sanguinamento della gengiva marginale (10).

Al contrario, i materiali da impronta possono determinare già loro stessi uno spiazzamento dei tessuti molli gengivali e dei liquidi utili a leggere correttamente il finish-line, la gengiva libera e tutti i dettagli necessari per la corretta realizzazione della protesi (11).

Le evidenze nella letteratura clinica

Grazie all’avvento del digitale, è possibile però ad oggi seguire diversi workflow per massimizzare i risultati clinici.

La digitalizzazione delle arcate dei pazienti può quindi essere sia diretta che indiretta.

La digitalizzazione indiretta prevede la scansione con scanner intraorali o extraorali (da laboratorio) di impronte in materiali elastomerici, o di modelli in gesso.

Un’ulteriore tecnica di digitalizzazione indiretta consiste nello scansionare il materiale d’impronta, se radiopaco, con una Cone Bean Computed Tomography (CBCT), ottenendo così un modello digitale in formato DICOM.

La letteratura su questo argomento è provvista di diversi studi pubblicati su riviste di alto profilo.

Lo studio di Jelicich et al.

In uno studio condotto da Jelicich et al. (12), pubblicato sul Journal of Prosthetic Dentistry, le scansioni ottenute con scanner da laboratorio di impronte in polivinilsilossano (PVS) hanno evidenziato una maggior accuratezza nella riproduzione della posizione spaziale degli abutment, sia rispetto alle scansioni intraorali dirette che rispetto ai modelli in gesso.

Questa evidenza indicherebbe che la realizzazione dei modelli in gesso per impronte dell’arcata completa su denti naturali potrebbe non essere necessaria, e che il flusso di lavoro convenzionale potrebbe essere semplificato digitalizzando le impronte in PVS direttamente con uno scanner da laboratorio (12).

Lo studio di Ender et al.

Risultati diversi da quelli ottenuti da Ender et al. (13) in cui le impronte convenzionali in vinilsiloxanetere hanno evidenziato una precisione significativamente maggiore rispetto agli scanner intraorali ma eguale accuratezza.

Ciò è probabilmente dovuto ai fattori che condizionano le scansioni intraorali che, in un’impronta estesa come quella dell’arcata completa, possono generare risultati non sempre ripetibili.

Tuttavia, non si sono rilevate differenze né in termini di precisione né in termini di accuratezza tra le scansioni delle impronte in elastomero e i modelli in gesso.

Lo studio di Grande et al.

Anche lo studio di Grande et al. (14), su un modellino dentato, ha evidenziato una miglior precisione nell’arcata completa dei polivinilsilossani scansionabili (Hydrorise Implant) rispetto a due scanner intraorali, con un’accuratezza anch’essa maggiore ma non in modo significativo.

Tuttavia, questi risultati mancano del confronto con le scansioni dei modelli in gesso ottenuti dalle impronte.

Altri contributi

Altri autori hanno invece evidenziato un minus nella scansione delle impronte rispetto alla scansione dei modelli in gesso dovuto alla ridotta capacità dello scanner di catturare spazi cavi profondi e nei contorni e regioni interne della forma dentale (15).

È infatti vero che scansionare un negativo con alcune zone in sottosquadro dovute alle forme e alle inclinazioni degli elementi dentali può risultare difficile e la scansione risultante potrebbe non essere perfetta.

Perciò nei casi in cui lo scanner non riesca a catturare correttamente tutti i dettagli nelle forme dentali è sicuramente consigliabile colare un modello in gesso e scansionarlo per passare al flusso digitale (15).

L’integrazione dei sistemi per migliorare i risultati clinici

Ritornando, però, all’aspetto clinico, è vero che realizzare un’impronta perfetta con materiali elastomerici nelle riabilitazioni protesiche dell’arcata completa risulta molto impegnativo, anche per i professionisti più esperti.

Se l’impronta non fosse corretta, bisognerebbe ripeterla finché non si catturano tutti i dettagli necessari lungo l’intera arcata.

L’utilizzo di uno scanner intraorale, consentendo di effettuare facilmente scansioni parziali per integrare eventuali aree mancanti, potrebbe rappresentare una soluzione molto agevole per ottenere le informazioni richieste e non ripetere l’impronta (12).

In questo senso, l’integrazione tra i due sistemi potrebbe migliorare i risultati clinici. Inoltre, la possibilità offerta da alcuni materiali radiopachi di essere scansionati con CBCT offre notevoli opportunità nell’ambito non solo della protesi, ma anche della chirurgia guidata e dell’integrazione tra STL e file DICOM.

Tuttavia, identificare i valori radiografici ottimali con cui impostare la macchina per la scansione CBCT potrebbe ridurre gli errori, rappresentando un campo di ricerca promettente per il futuro.


Bibliografia

  1. Revilla-Leon M, Frazier K, da Costa JB, Kumar P, Duong ML, Khajotia S, et al. Intraoral scanners: An American Dental Association Clinical Evaluators Panel survey. The Journal of the American Dental Association. 2021 Aug 1;152(8):669-670.e2.
  2. Celeghin G, Franceschetti G, Mobilio N, Fasiol A, Catapano S, Corsalini M, et al. Complete-Arch Accuracy of Four Intraoral Scanners: An In Vitro Study. Healthcare. 2021 Mar 1;9(3):246.
  3. Revilla-León M, Jiang P, Sadeghpour M, Piedra-Cascón W, Zandinejad A, Özcan M, et al. Intraoral digital scans-Part 1: Influence of ambient scanning light conditions on the accuracy (trueness and precision) of different intraoral scanners. J Prosthet Dent. 2020 Sep;124(3):372–8.
  4. Syrek A, Reich G, Ranftl D, Klein C, Cerny B, Brodesser J. Clinical evaluation of all-ceramic crowns fabricated from intraoral digital impressions based on the principle of active wavefront sampling. Journal of Dentistry. 2010 Jul 1;38(7):553–9.
  5. Berrendero S, Salido MP, Valverde A, Ferreiroa A, Pradíes G. Influence of conventional and digital intraoral impressions on the fit of CAD/CAM-fabricated all-ceramic crowns. Clin Oral Invest. 2016 Dec 1;20(9):2403–10.
  6. Sailer I, Mühlemann S, Fehmer V, Hämmerle CHF, Benic GI. Randomized controlled clinical trial of digital and conventional workflows for the fabrication of zirconia-ceramic fixed partial dentures. Part I: Time efficiency of complete-arch digital scans versus conventional impressions. Journal of Prosthetic Dentistry. 2019 Jan 1;121(1):69–75.
  7. Revilla-León M, Subramanian SG, Att W, Krishnamurthy VR. Analysis of Different Illuminance of the Room Lighting Condition on the Accuracy (Trueness and Precision) of An Intraoral Scanner. Journal of Prosthodontics. 2021;30(2):157–62.
  8. Oh KC, Park J, Moon HS. Effects of Scanning Strategy and Scanner Type on the Accuracy of Intraoral Scans: A New Approach for Assessing the Accuracy of Scanned Data. Journal of Prosthodontics. 2020 Jul;29(6):518–23.
  9. Revilla-León M, Jiang P, Sadeghpour M, Piedra-Cascón W, Zandinejad A, Özcan M, et al. Intraoral digital scans: Part 2-influence of ambient scanning light conditions on the mesh quality of different intraoral scanners. J Prosthet Dent. 2020 Nov;124(5):575–80.
  10. Ferrari Cagidiaco E, Zarone F, Discepoli N, Joda T, Ferrari M. Analysis of The Reproducibility of Subgingival Vertical Margins Using Intraoral Optical Scanning (IOS): A Randomized Controlled Pilot Trial. J Clin Med. 2021 Mar 1;10(5):941.
  11. Bennani V, Aarts JM, Schumayer D. Correlation of pressure and displacement during gingival displacement: An in vitro study. J Prosthet Dent. 2016 Mar;115(3):296–300.
  12. Jelicich A, Scialabba R, Lee SJ. Positional trueness of abutments by using a digital die-merging protocol compared with complete arch direct digital scans and conventional dental impressions. J Prosthet Dent. 2024 Feb;131(2):293–300.
  13. Ender A, Mehl A. In-vitro evaluation of the accuracy of conventional and digital methods of obtaining full-arch dental impressions. Quintessence Int. 2015 Jan;46(1):9–17.
  14. Grande F, Celeghin G, Gallinaro F, Mobilio N, Catapano S. Comparison of the accuracy between full-arch digital scans and scannable impression materials: an in vitro study. Minerva Dent Oral Sc [Internet]. 2023 Apr [cited 2023 Jul 3]; Available from: https://www.minervamedica.it/index2.php?show=R18Y9999N00A23041706
  15. Bosniac P, Rehmann P, Wöstmann B. Comparison of an indirect impression scanning system and two direct intraoral scanning systems in vivo. Clin Oral Invest. 2019 May;23(5):2421–7.

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