2

Ott

I sostituti dell’alginato: vantaggi nell’utilizzo

L’alginato è da decenni uno dei materiali da impronta più utilizzati nello studio odontoiatrico per impronte di studio, impronte di arcate antagoniste, impronte per modelli di lavoro nel caso di bite, dispositivi gnatologici e ortodontici, o anche per modelli preliminari in protesi rimovibile totale e parziale (1,2).

L’alginato è un idrocolloide irreversibile; ciò significa che la reazione da idrosol a idrogel mediata dall’acqua, che determina la sostituzione di ioni sodio con ioni calcio nella struttura chimica dell’alginato, non può essere in alcun modo invertita (1).

Vantaggi e limiti dell’alginato nei trattamenti odontoiatrici

L’alginato è apprezzato innanzitutto per la sua facilità di manipolazione: può essere miscelato manualmente con l’acqua per mezzo di una spatolina in una ciotola, ma anche attraverso sistemi automatici o semiautomatici, garantendo così versatilità e praticità d’uso (3).

Dal punto di vista clinico, si comporta come un materiale mucostatico, ma, variando le proporzioni di miscelazione per aumentarne la rigidità, può assumere un comportamento mucocompressivo, caratteristica utile in protesi mobile, dove i tessuti mobili è bene che vengano distesi sulla sottostante compagine ossea (4).
Un altro vantaggio rilevante è il costo contenuto: l’alginato è disponibile sul mercato a prezzi molto accessibili, sia in pratiche bustine monodose sia nei tradizionali formati in confezione (1).

Inoltre, risulta ben tollerato dai pazienti, grazie ad aromi generalmente neutri che riducono il fastidio durante la presa di impronta. Infine, il tempo di presa può variare a seconda del tipo di alginato scelto, permettendo all’operatore di adattarsi alle diverse esigenze cliniche (5).

I limiti dell’alginato: stabilità, resistenza e fattori operativi

Nonostante ciò, l’alginato presenta anche alcuni limiti come la sua stabilità dimensionale. Essendo un materiale altamente idrofilo, è soggetto a fenomeni di imbibizione e sineresi. Questo significa che già dopo alcuni minuti dall’impronta esso inizia a deformarsi e, nel giro di alcuni giorni, diventa inutilizzabile per la maggior parte delle applicazioni cliniche (1,6). Esistono ad oggi anche alginati che, a tal proposito, hanno 5 giorni di stabilità dimensionale, come Hydrogum 5 o Hydrocolor 5 (7,8).

Inoltre, l’alginato può essere colato una sola volta, senza possibilità di repliche, rendendo necessaria la ripetizione dell’impronta in caso di danneggiamento del modello.

Un ulteriore limite è la bassa resistenza allo strappo, che comporta un elevato rischio di lacerazioni quando si rimuove il materiale in presenza di sottosquadri o zone interdentali (9). Anche la fase di disinfezione rappresenta una criticità: l’immersione prolungata in soluzioni disinfettanti può compromettere la precisione dimensionale e la qualità superficiale del modello ottenuto (10,11).

Dal punto di vista operativo, l’alginato è influenzato da numerose variabili cliniche, come il rapporto polvere/liquido, la temperatura dell’acqua, il metodo di miscelazione e la compatibilità col gesso che possono rendere il risultato clinico non ideale (1,9,12–14).

I vantaggi dei sostituti dell’alginato: stabilità, resistenza e accuratezza

Per ovviare a questi limiti, sono stati proposti in commercio i cosiddetti “sostituti dell’alginato”. Questi sono polivinilsilossani (PVS) a viscosità media che hanno un più basso costo dei PVS tradizionali ma portano con loro gli stessi vantaggi.

In primo luogo, la stabilità dimensionale, la più alta tra tutti i materiali da impronta, anche tra gli elastomeri (15,16), e la possibilità di essere colati più di una volta (17).

Dal punto di vista meccanico, i sostituti dell’alginato presentano una maggiore resistenza allo strappo e un ritorno elastico che si avvicina al 100%, caratteristiche che consentono di ottenere impronte integre anche in presenza di sottosquadri pronunciati (18). E, come gli alginati, sono pienamente compatibili con i protocolli di disinfezione, poiché non subiscono deformazioni significative né con immersione né con spray disinfettanti (18).

Un aspetto particolarmente importante riguarda l’accuratezza dell’occlusione con il modello antagonista. Utilizzando lo stesso materiale (PVS) per impronte definitive, registrazioni occlusali e modelli antagonisti, si elimina il rischio di disallineamenti dimensionali che invece possono verificarsi quando si combinano registrazioni in PVS con modelli ottenuti da alginato (19).

Inoltre, va considerata anche la resistenza all’usura dei modelli in gesso. I modelli ottenuti da impronte in alginato vengono generalmente colati con gessi di tipo III, i quali presentano caratteristiche meccaniche limitate in termini di durezza superficiale e resistenza all’abrasione (14,20).

Al contrario, le impronte rilevate con PVS consentono l’impiego di gessi di tipo IV, dotati di superiori proprietà fisico-meccaniche (17,21). Tali caratteristiche risultano particolarmente rilevanti nelle fasi di verifica e di eventuale correzione occlusale dei restauri, in quanto garantiscono una maggiore stabilità dimensionale e una ridotta usura del modello durante le manovre di laboratorio.

Infine, le impronte realizzate con sostituti dell’alginato offrono una riproduzione più liscia e dettagliata delle superfici, permettendo di ottenere modelli più accurati e definiti e quindi una minore necessità di ritocchi (19).

Perché scegliere i sostituti dell’alginato nella pratica clinica

In conclusione, sebbene l’alginato rappresenti ancora oggi un materiale di largo impiego per semplicità d’uso e basso costo, i sostituti di alginato a base di polivinilsilossano, grazie alla loro superiore stabilità dimensionale, resistenza meccanica e accuratezza riproduttiva, si pongono come valida alternativa, garantendo risultati più affidabili e una gestione più efficiente dei processi clinici e di laboratorio rispetto alle impronte in alginato.

Il costo di questi materiali, che risulta essere leggermente più alto dell’alginato, viene quindi compensato ampiamente dai vantaggi.

Zhermack propone Freealgin, il sostituto dell’alginato che supera i limiti dei materiali tradizionali: offre precisione fino a 20 micron, stabilità dimensionale fino a 15 giorni e scansionabilità immediata senza opacizzanti. Pronto all’uso in cartucce auto-miscelanti, riduce sprechi e ottimizza la praticità in studio.


References:

1.         Cervino G, Fiorillo L, Herford AS, Laino L, Troiano G, Amoroso G, et al. Alginate Materials and Dental Impression Technique: A Current State of the Art and Application to Dental Practice. Mar Drugs. 2018 Dec 29;17(1).

2.         Dilip A, Gupta R, Geiger Z. Dental Alginate Impressions. In: StatPearls. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2021.

3.         Frey G, Lu H, Powers J. Effect of mixing methods on mechanical properties of alginate impression materials. J Prosthodont. 2005 Dec;14(4):221–5.

4.         Alqattan WA, Alalawi HA, Khan ZA. Impression Techniques and Materials for Complete Denture Construction. Dental Health: Current Research. 2017 Jan 2;2016.

5.         Dreesen K, Kellens A, Wevers M, Thilakarathne PJ, Willems G. The influence of mixing methods and disinfectant on the physical properties of alginate impression materials. European Journal of Orthodontics. 2013 Jun 1;35(3):381–7.

6.         Ibrahim AA, Alhajj MN, Khalifa N, Gilada MW. Does 6 Hours of Contact With Alginate Impression Material Affect Dental Cast Properties? Compend Contin Educ Dent. 2017 Jun;38(6):e1–4.

7.         Hydrogum 5 [Internet]. Zhermack. Available from: https://www.zhermack.com/it/product/hydrogum-5-it/

8.         Hydrocolor 5 [Internet]. Zhermack. Available from: https://www.zhermack.com/it/product/hydrocolor-5-it/

9.         Inoue K, Song YX, Kamiunten O, Oku J, Terao T, Fujii K. Effect of mixing method on rheological properties of alginate impression materials. J Oral Rehabil. 2002 Jul;29(7):615–9.

10.       Sharif RA, Abdelaziz KM, Alshahrani NM, Almutairi FS, Alaseri MA, Abouzeid HL, et al. The accuracy of gypsum casts obtained from the disinfected extended-pour alginate impressions through prolonged storage times. BMC Oral Health. 2021 Jun 9;21(1):296.

11.       King BB, Norling BK, Seals R. Gypsum compatibility of antimicrobial alginates after spray disinfection. J Prosthodont. 1994 Dec;3(4):219–27.

12.       Hamilton MJ, Vandewalle KS, Roberts HW, Hamilton GJ, Lien W. Microtomographic Porosity Determination in Alginate Mixed with Various Methods. J Prosthodont. 2010;19(6):478–81.

13.       Sayed ME, Gangadharappa P. Three-dimensional evaluation of extended pour alginate impression materials following variable storage time intervals and conditions. Indian J Dent Res. 2018 Aug;29(4):477–86.

14.       Murata H, Kawamura M, Hamada T, Chimori H, Nikawa H. Physical properties and compatibility with dental stones of current alginate impression materials. J Oral Rehabil. 2004 Nov;31(11):1115–22.

15.       Gonçalves FS, Popoff D a. V, Castro CDL, Silva GC, Magalhães CS, Moreira AN. Dimensional stability of elastomeric impression materials: a critical review of the literature. Eur J Prosthodont Restor Dent. 2011 Dec;19(4):163–6.

16.       Nassar U, Oko A, Adeeb S, El-Rich M, Flores-Mir C. An in vitro study on the dimensional stability of a vinyl polyether silicone impression material over a prolonged storage period. J Prosthet Dent. 2013 Mar;109(3):172–8.

17.       Heidari B, Vafaei F, Izadi A, Saleh A, Dehbani Z, Khazaei S. Effect of Contact Time Between Silicone Impression Materials and Stone on Dimensional Stability of Resultant Cast. Avicenna J Dent Res. 2013 Jun 25;5(1):20–5.

18.       Gothwal G, Meena S, Padiyar UN, Sharma HK, Kaurani P, Singh DP. Comparative evaluation of elastic recovery of three different elastomeric impression materials on chemical disinfection and autoclaving: An in vitro study. J Indian Prosthodont Soc. 2019 Dec;19(4):345–52.

19.       Boksman AL, DDS, FADI, Tousignant FG, CDT. Glidewell. Alginate Substitutes: Rationale for Their Use.

20.       Morrow RM, Brown CE, Stansbury BE, deLorimier JA, Powell JM, Rudd KD. Compatibility of alginate impression materials and dental stones. J Prosthet Dent. 1971 May 1;25(5):556–66.

21.       Millstein PL. Determining the accuracy of gypsum casts made from type IV dental stone. J Oral Rehabil. 1992 May;19(3):239–43.


Vuoi maggiori informazioni sui prodotti e le soluzioni Dental di Zhermack?

Contattaci