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La disinfezione delle superfici non critiche nella struttura odontoiatrica

Il mercato offre molti tipi di disinfettanti con caratteristiche differenti per quanto riguarda l’efficacia e la compatibilità con i materiali.

In ambito sanitario, scegliere il disinfettante più adatto non è così facile. Proprio per questo, nel 1957, Earle Henry Spaulding definiva i criteri per la scelta. Vediamoli insieme.

Scegliere il disinfettante in base alla superficie: i criteri di Spaulding

I criteri delineati da Spaulding si originano da una duplice classificazione.

La prima relativa alla destinazione duso delle superfici e delle attrezzature sanitarie e la seconda riguardante il grado di riduzione delle diverse classi di microrganismi da parte dei disinfettanti[1].

La destinazione d’uso delle superfici e delle attrezzature sanitarie

Per quanto riguarda la destinazione d’uso vengono classificati tre tipi di superfici o attrezzature sanitarie:

  1. Non critiche – tale categoria comprende tutte le superfici e attrezzature che entrano in contatto solo con cute integra
  2. Semi critiche – tra queste rientrano tutte le superfici e attrezzature che entrano in contatto con mucose intatte e cute non integra
  3. Critiche – sono tutte le attrezzature introdotte direttamente nel corpo umano, nel sangue o in aree del corpo normalmente sterile.

Il grado di riduzione dei microrganismi

Per quanto riguarda il secondo criterio di classificazione, ovvero il grado di riduzione dei microrganismi, sono identificati tre livelli di disinfezione: basso, intermedio e alto, in rapporto alla capacità di distruggere o no i batteri in forma vegetativa, i micobatteri, le spore batteriche, i funghi e i virus che sono circondati o no da uno strato lipidico.

  1. Disinfezione a basso livello di disinfezione basso: un processo in grado di distruggere i batteri vegetativi e alcuni funghi e virus ma non i micobatteri o le spore.
  2. Disinfezione a livello intermedio: un processo in grado di distruggere i batteri vegetativi, i micobatteri, la maggior parte dei virus e la maggior parte dei funghi ma NON le spore batteriche.
  3. Disinfezione ad alto livello: un processo in grado di distruggere tutti i microrganismi ad eccezione di un numero elevato di spore batteriche.

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Dopo aver ricordato i principali criteri inerenti al grado di criticità e al livello di disinfezione, in questo articolo, si prenderà in esame solo la disinfezione delle superfici non critiche dello studio medico e della sala operatoria.

La disinfezione degli articoli non critici nella struttura odontoiatrica

Secondo il sistema di classificazione di Spaulding le superfici e le attrezzature non critiche, per ridurre la carica microbica necessitano di una disinfezione di livello basso o intermedio.

All’interno di una struttura odontoiatrica tra gli articoli non critici rientrano:

  • il cono del radiografico;
  • l’arco facciale;
  • la lampada per lo sbiancamento;
  • videocamere extradotali;
  • macchina fotografica.

Il trattamento di pavimenti, pareti e arredi

Tra le superfici rientrano invece i pavimenti, le pareti e gli arredi dello studio non interessati dal contatto con gli operatori o con gli strumenti contaminati[2].

Non è richiesta la disinfezione di queste superfici (linee guida CDC) che possono essere semplicemente pulite e lavate, come per le superfici domestiche (housekeeping).

Per monitorare il livello di igienizzazione delle superfici si possono utilizzare delle apposite strisce reagenti in grado di rilevare i residui di sporco. Sono test utilizzati frequentemente nel settore alimentare in quanto rilevano residui proteici al di sopra dei 40-BSA (limite sporco/pulito fissato dalla farmacopea europea)[3].

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Bibliografia

[1] https://www.nurse24.it/studenti/standard/scelta-disinfettanti.html

[2] https://online.scuola.zanichelli.it/smd/files/2013/02/Disinfettanti.pdf

[3] https://www.ildentistamoderno.com/infezione-crociata-e-rischio-biologico-in-ambito-odontoiatrico/


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