Il successo clinico delle faccette dentali dipende da diversi fattori, tra i quali una corretta cementazione. (1)
Per quanto riguarda materiali e tecniche di preparazione delle faccette dentali, queste sono solitamente realizzata in ceramica feldspatica o in disilicato di litio, ma recentemente sono state proposte anche in zirconia e in resina composita. (2)
La ceramica presenta naturalmente un certo grado di fragilità, ovvero non è in grado di sopportare stress che causino importanti deformazioni. Una cementazione adesiva, capace cioè di penetrare le ruvidità e le irregolarità sulla superficie interna, può migliorare la resistenza alla frattura della faccetta, poiché viene minimizzata la propagazione delle fratture, rendendo più efficace il trasferimento dello stress dal restauro alla struttura dentaria residua. (3)
Come si cementano le faccette dentali
1) Gli utilizzi della pasta di prova
Prima della fase di cementazione vera e propria le faccette vanno provate.
Sia il paziente che il clinico devono essere soddisfatti del risultato estetico. Inoltre è necessario controllare:
- la precisione al margine di preparazione;
- la corretta localizzazione del punto di contatto;
- i contatti in massima intercuspidazione, in protrusiva e in lateralità.
Per questa fase può essere utilizzata una “try-in paste” ovvero una pasta di prova, con un colore analogo a quello del cemento definitivo che dovrà essere utilizzato. (4) Questa prova è estremamente importante poiché, il colore del cemento che verrà utilizzato per la cementazione è in grado di influenzare il colore finale e quindi il valore estetico e il biomimetismo della faccetta. (5)
Una volta che il lavoro viene accettato sotto tutti i punti di vista dal clinico e dal paziente, si procede alla cementazione vera e propria.
2) Il pretrattamento della superficie interna
Il primo passaggio della cementazione è il corretto pretrattamento della superficie interna della faccetta che dovrà essere cementata. I diversi materiali, avendo diverse caratteristiche fisico-chimiche andranno pretrattati in modi completamente diversi.
Il pretrattamento ha lo scopo di rendere la superficie interna della faccetta adatta ad una procedura adesiva. Poiché questi trattamenti sostanzialmente hanno lo scopo di irruvidire a livello microscopico la superficie, non andrebbero estesi alle superfici vestibolari, che devono rimanere perfettamente lucide.
Le ceramiche vetrose come il disilicato di litio e la ceramica feldspatica vanno pretrattate utilizzando una mordenzatura con acido idrofluoridrico in grado di dissolvere la matrice vetrosa ed esporre la struttura cristallina. (6) Una volta mordenzate, va applicato un agente accoppiante, come il silano, che è in grado di legare le componenti organiche con quelle inorganiche, permettendo quindi l’adesione chimica tra le resine composite e le matrici inorganiche vetrose. (7)
La zirconia invece, non essendo vetrosa, non può essere mordenzata. Il pretrattamento più efficace per la zirconia sembra essere quello tribochimico mediante sabbiatura con particelle di allumina ricoperte di silice ad una pressione di 1.8-2.8 bar (8) e in seguito, sembrerebbe efficace l’utilizzo di un primer contenente il monomero MDP. (9)
Per le faccette in composito invece è consigliato pretrattare attraverso sabbiatura con ossido di alluminio. (10)
3) Le tecniche di isolamento e mordenzatura
In seguito, come in una qualsiasi procedura adesiva è essenziale un corretto isolamento del campo da qualsiasi potenziale contaminazione di saliva e di fluido crevicolare. Quando possibile quindi, andrebbe sempre eseguito un isolamento assoluto del campo utilizzando la diga. (11,12)
Una volta isolati i denti si può eseguire la mordenzatura. Solitamente viene utilizzato acido ortofosforico al 35%. (13) In seguito, in base alla tecnica adesiva scelta, vengono applicati primer e bonding e, dopo avere distribuito uniformemente il bonding con un getto d’aria, viene eseguita la polimerizzazione. Solitamente viene applicato il bonding sia sulla superficie del dente che su quella interna della faccetta.
4) Il posizionamento del cemento resinoso all’interno della faccetta
Infine, si posiziona il cemento resinoso del colore scelto all’interno della faccetta. Si posiziona la faccetta applicando una pressione leggera, osservando l’eccesso di cemento fluire dal margine di preparazione.
I cementi resinosi specifici per faccette solitamente sono fotopolimerizzabili o duali e hanno una densità intermedia tra quella di un composito flowable e quella di un composito riscaldato. (14) Questo poiché, lavorando in spessori estremamente ridotti, non si possono applicare forze importanti se non si vuole rischiare di fratturare la faccetta.
Un cemento resinoso specifico per faccette deve assicurare un posizionamento passivo della faccetta, deve concedere lunghi tempi di lavorazione, deve essere stabile e privo di bolle d’aria, deve offrire elevate proprietà meccaniche e deve consentire una facile rimozione degli eccessi grazie alla sua densità. (14)
5) La polimerizzazione finale
Una volta certi del posizionamento e del corretto fitting della faccetta e una volta rimossi tutti gli eccessi, si può quindi procedere alla polimerizzazione finale.
Bibliografia:
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- https://www.styleitaliano.org/ceramic-veneer-cementa
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