3
Ott
Dallo studio al laboratorio: l’importanza della relazione dentista-odontotecnico
Un’odontoiatria moderna e di qualità deve offrire oggigiorno un’ottimizzazione delle tempistiche e dei flussi di lavoro, nonché mantenere un livello qualitativo eccelso.
Perché questo sia possibile, senza gravare sulle dinamiche organizzativo-economiche dello studio, è necessario riuscire ad orchestrare una perfetta relazione tra la parte clinica e quella odontotecnica, ovvero la relazione tra il dentista e l’odontotecnico.
Il primo aspetto fondamentale da considerare quando si parla di una buona collaborazione tra i due professionisti è la comunicazione. (1)
Le fasi di comunicazione studio-laboratorio nella realizzazione di protesi
Una buona comunicazione fa sì che le protesi siano ben realizzate, che i pazienti siano soddisfatti e che la relazione dentista-odontotecnico risulti semplice. (1)
Come evidenziano diversi studi, è proprio la comunicazione la chiave per il successo in odontoiatria estetica e nella relazione con il laboratorio. (1-5)
L’odontotecnico, avendo davanti il paziente, potrebbe ottenere molte informazioni sui tessuti molli, sui movimenti delle labbra ma anche sulla sua personalità e sulla sua richiesta estetica.
Normalmente però, ciò non avviene, poiché l’odontotecnico non ha la possibilità di vedere il paziente dal vivo. (1) Queste informazioni, pertanto, difficilmente potranno essere ottenute dalla sola prescrizione scritta, che di norma arriva all’odontotecnico.
La prescrizione scritta o digitale
Solitamente, le comunicazioni tra i due professionisti si svolgono in forma scritta. Nella pratica giornaliera di routine, l’odontoiatra, dopo aver eseguito le impronte analogiche o digitali, realizza in forma scritta o digitale una prescrizione, nella quale viene descritta la tipologia di protesi da realizzare con tutte le relative caratteristiche e la data di consegna. (1)
L’impronta, accompagnata dalla prescrizione, viene spedita in laboratorio, oppure è il laboratorio stesso a ritirarla dallo studio odontotecnico. Sul modulo di prescrizione che arriva al laboratorio dovrebbe essere indicato anche il tipo di disinfezione che è stato eseguito sull’impronta.
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Se non emergono problematiche particolari, l’odontotecnico realizza in laboratorio la protesi, partendo dalle indicazioni presenti nella prescrizione, e la spedisce, in modo che arrivi in studio alla data di consegna, la quale coincide spesso con il giorno in cui la protesi verrà consegnata al paziente. (1)
Questi passaggi non avvengono sempre in maniera lineare e possono implicare, pertanto, diverse problematiche, tra cui informazioni mancanti, incomprensibili o errate, smarrimenti di impronte o di lavori protesici durante le fasi logistiche.
Gli errori, in tali fasi comunicative, sono una delle sfide più importanti nella relazione dentista-odontotecnico. (1,6,7)
La scelta del colore
Un’altra problematica comune è la corretta comunicazione del colore. La scala colore rimane il metodo più utilizzato dai clinici per riferire la scelta cromatica di una protesi. (8,9)
Comunicare un colore, tuttavia, non significa trasmettere un numero, ma tutta una serie di informazioni relative al colore, alla texture della superficie, alle caratteristiche peculiari di ogni dente, come crack dello smalto, aree ipocalcificate, translucenze.
Conviene sempre allegare alcune fotografie alla prescrizione, in modo che l’odontotecnico possa comprendere meglio l’estetica e le caratteristiche specifiche. (10) Si può altresì spiegare all’odontotecnico la gestione estetica dei colori che si desidera per mezzo di un disegno, evidenziando eventuali trasparenze, opacità e altre caratterizzazioni. (11)
Una comunicazione digitale delle prescrizioni elimina alcune delle problematiche esistenti, semplificandone in parte i flussi. (1)
La conoscenza reciproca e delle tecniche di laboratorio
Un altro aspetto che peggiora la relazione tra le due figure è la scarsa conoscenza reciproca, come evidenzia uno studio del 2009.
Nello specifico, da quest’ultimo risulta che gli odontoiatri, soprattutto quelli di più recente formazione, non abbiano molta conoscenza delle tecniche di laboratorio. Questo gap fa sì che la comunicazione non sia efficace, rendendo la relazione professionale non ottimale. (12)
L’odontoiatra che possiede una buona conoscenza odontotecnica riuscirà a prevedere e, quindi, a fornire tutte le informazioni di cui ha bisogno l’odontotecnico per poter procedere con i lavori. Viceversa, la comunicazione e la relazione diventano non lineari, e si possono accumulare intoppi e ritardi, che rappresentano un danno economico e organizzativo sia per l’odontoiatra che per l’odontotecnico.
Il livello di soddisfazione del paziente e la sua fiducia diminuiscono inoltre quando si instaurano ritardi rispetto alle tempistiche proposte inizialmente.
Conclusioni
Alla luce di questi aspetti, è evidente come sia essenziale rendere ottimale la relazione tra dentista e odontotecnico attraverso l’acquisizione di una buona base teorica, una chiara ed efficace comunicazione, nonché la condivisione di alcuni protocolli clinico-odontotecnici.
Bibliografia
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