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Il decalogo Zhermack per la rilevazione d’impronta

La rilevazione dell’impronta in protesi fissa e restaurativa adesiva, pur costituendo un passaggio clinico solitamente rapido, rappresenta senza dubbio una fase operativa importantissima.

Un’impronta fedele facilita e migliora la lavorazione di laboratorio, assicurando stabilità, performance e durata del manufatto che se ne ricava. I materiali da impronta costituiscono di per sé un panorama ampio.

Il fatto che questi possano essere impiegati per una varietà ancora maggiore di riabilitazioni (dall’intarsistica, alla protesi tradizionale cementata, alla protesi rimovibile, all’implantoprotesi) fa sì che le tecniche e le metodiche di utilizzo siano moltissime.

Può essere pertanto interessante fornire un decalogo di aspetti chiave comuni a tutti i prodotti e indipendenti dalla tecnica. Alcuni di questi sono apparentemente scontati, ma potenzialmente cruciali. Una volta scelto un materiale da impronta di qualità, si procederà allo stoccaggio.

  1. Attenersi alle istruzioni – Si tratta di una regola di base valida per tutti i prodotti. È particolarmente importante porvi attenzione quando si sceglie un prodotto per la prima volta. Va tenuto presente che i produttori possono anche apportare delle modifiche nel tempo a un certo materiale.
  2. Monitorare la data di produzione – Superata la scadenza, il materiale potrebbe non polimerizzare o, peggio, andare incontro a reazione disomogenea, fornendo così risultati ingannevoli.
  3. Evitare la contaminazione – Ci si riferisce in primo luogo alla contaminazione biologica e, quindi, al rischio di infezioni crociate, ma anche alla contaminazione chimica. Ne è un esempio l’impiego di guanti dotati di polvere nella miscelazione dei siliconi per addizione: questi materiali sono sensibili allo zolfo contenuto nella polvere stessa. Anche alcune soluzioni per la retrazione gengivale lo possono contenere. La fase preoperatoria è quella che attiene all’allestimento del portaimpronte e del materiale stesso. L’assistente viene istruita tanto sulle procedure di disinfezione standard quanto su particolari accorgimenti richiesti dal singolo professionista con il quale è solita collaborare.
  4. Scegliere il portaimpronte – Nei casi in cui si impiega un portaimpronte del commercio, monouso o autoclavabile, è preferibile scegliere un prodotto rigido e provarlo in bocca per accertarsi della misura.
  5. Adesivo corretto per un uso corretto – Ogni categoria di materiale ha il proprio adesivo. Anche in questo caso si consiglia di seguire le indicazioni del produttore, attendendo in particolare i tempi previsti per l’asciugatura. Si passerà quindi alla rilevazione dell’impronta vera e propria, quindi al confezionamento e infine alla spedizione.
  6. Seguire i tempi del produttore – Le tempistiche di lavorazione e di presa fornite dalla casa produttrice sono la base per un’applicazione corretta dei materiali.
  7. Lavorare nei tempi – Inserire in bocca il materiale prima del termine massimo del tempo di lavorazione.
  8. Mantenere in posizione per tutto il tempo di presa
  9. Estrarre a indurimento avvenuto
  10. Disinfezione e confezionamento – Prima di essere preparata per la spedizione, l’impronta deve essere disinfettata in maniera adeguata ma senza il rischio di essere alterata. Viene quindi confezionata (o inscatolata, l’importante è che risulti protetta da ogni tipo di traumatismo) nelle condizioni di umidità volute dal singolo materiale.

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